Dish-Is-Nein – The Metal Machine (Black Fading/Contempo, 2023)

A quasi un anno dalla dipartita di Dario Parisini, un anno in cui non sono mancati tributi e sentite commemorazioni, i Dish-Is-Nein pubblicano questo EP di due brani, ultima occasione di ascoltare la sua chitarra e percepire nei solchi la sua presenza (anche se, siamo certi, il suo spirito e la sua visione continueranno ad ispirarci). The Metal Machine uscirà in formato fisico (vinile trasparente limitato a 200 copie) per il Record Store Day di quest’anno, ma col preordine è subito possibile scaricare i brani, mentre un’altro sarà rilasciato in concomitanza con la pubblicazione ufficiale.
Che rappresenti una fine o un repentino cambio di scenario, questo lavoro marca inevitabilmente una cesura: per l’occasione troviamo, a fianco di Parisini e Santini, vecchi commilitoni come Roberta Vicinelli (già Disciplinatha) al basso e Simone Poletti (Dinamo Innesco Rivoluzione) alle grafiche e nuove reclute come Marco “Samu” Bolognini alla batteria.
Pur essendo composto dal remix di un brano dell’album d’esordio (Eva, manipolata da Andy Selway dei KMFDM) e da The Metal Machine, rivisitazione della cover The Man Machine dei Kraftwerk pubblicata solo in digitale il primo dicembre 2022, questo EP non è, in tutta evidenza, una raccolta di scarti o riempitivi: ogni traccia è lì dove deve essere, per una ragione e uno scopo precisi.
Eva getta, dicevamo, un ponte col passato, ma rispetto all’originale la ritroviamo più concisa, spigolosa e sofferta e le parole – seppur invariate – ci appaiono ancora più taglienti. Bisogna rifuggire la tentazione di leggerla alla luce dei drammi personali – cosa del tutto aliena allo spirito del gruppo – lo sguardo va allargato alla situazione attuale, dove questo lento incedere è dovuto alla vertigine del vedere avverarsi quanto intuito con buon anticipo riguardo alle sorti dell’Europa (cosa non nuova, trattandosi degli eredi dei Disciplinatha): “Il vostro caos è il mondo intero, il mio paese un cimitero”; il rumore degli anfibi, in marcia dai tempi di Nazioni, viene a dirci che nulla cambia mai veramente.
The Man Machine, rivisitazione fortemente voluta da Parisini, rimasta incompiuta e completata dopo la sua morte, non è presente sul vinile, ma, essendo fra i file scaricabili, va assolutamente presa in considerazione. Vi basterà un ascolto per capire che non è più il brano del quartetto tedesco: l’algido tessuto elettronico, piuttosto fedele all’originale, è prima attraversato e poi squarciato dalla chitarra elettrica che, col supporto delle voci del Coro di Monte Calisio, cresce con impeto morriconiano fino a plasmare un finale di pura epica laibachiana. Un pezzo dove carne e acciaio sono in continua tensione, lasciando aperte prospettive che vanno dall’involuzione al possibile potenziamento transumano. Ma è un’illusione. The Metal Machine, tornando sull’argomento e completando il dittico, sancisce il prevalere dell’inorganico: le voci sono distorte e sbiadite, il suono di chitarra trema e va spegnendosi e le macchine, ormai dominanti, disegnano un incubo tecnocratico fin troppo realistico.
Finisce così, senza un lieto fine che nessuno, realmente, si aspettava. Ma nemmeno era possibile lasciare tutto questo in sospeso: ora che ogni discorso è stato concluso è tempo di andare avanti; lo si fa caricandosi sulle spalle quello che è stato, consapevoli di lasciarsi dietro vuoti incolmabili.