An Moku – Shapes (for a name) (Puremagnetick, 2023)

Scrivere di musica è come ballare di architettura. Condivisibile o meno resta il fatto che spesso le due siano discipline dove estro e rigore viaggiano intersecandosi, creando arte. Il percorso dello zurighese An Moku, che su Sodapop abbiamo incontrato più volte, lo porta, in questo disco, a voler traslare nel suono i concetti ed i colori del Bauhaus. Shape (for a name) può essere assimilato come una tesi, ma preferisco leggerlo come una domanda, immaginando Dominik sui luoghi importanti che hanno delineato questa ricerca: Weimar, il Monte Verità di Locarno, Zurigo. Opere, materiali, concetti, colori (giallo, rosso, blu) che An Moku frantuma per riassemblarli in formule sonore granulose ed eleganti, a sovrapporre pentagrammi, carta millimetrata e tavole periodiche, lasciando lavorare tra loro delle formule magiche. Quel che il Bauhaus ci mostra è un ambiente di una tenue musicalità, un rigore minimale, accogliente e vivo, che a tratti riporta in mente qualche excursus di Susumu Yokota o gli ambienti di Steve Roden. La capacità di An Moku è quella di non calcare la mano ma di lasciarla scorrere leggera e precisa, come un segno di lapis ad aprire un nuovo mondo, od aggiungere una nuova stanza. Lasciarsi invadere da questa musica, rimirando un catalogo, tracciando linee, incastonando sagome, vi darà un senso di completezza. Non ci sarà motivo di danza forse, ma il lirismo e l’ordine contenuti in questo lavoro riescono a sublimarne la bellezza in scatti di forme in viaggio, da animare sfogliando veloci le pagine, al ritmo di queste tenui e precise note.