Mattia Coletti – Pantagruele (Wallace/Towntone, 2009)

Era da un po' che non sentivamo parlare di Mattia Coletti, o forse ero solo io che non ne sapevo più nulla essendo alieno a riviste, forum musicali "seri" e circuito indie e canali di "voi giovani e non più giovani d'oggi". Immagino che Coletti invece abbia continuato a lavorare alacremente alla costruzione del suo cammino e come succede in molti casi è passato dai furori free-noise dagli albori a cose sempre più "acustiche", daltronde che molti dei suoni di Coletti andassero ammorbidendosi un po' lo si presagiva già con Polvere, ma i dischi che produce con il suo nome di battesimo lo mettevano ancora più in chiaro.

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Damo Suzuki’s Network – Tutti I Colori Del Silenzio (Wallace/Palustre, 2009)

Trattasi di un live molto ben registrato e per di più corredato di grafica piuttosto carina, se ciò non bastasse Damo Suzuki in questa occasione si accompagna ad una line-up di tutto rispetto, dato che gioca il poker d’assi Andrea Belfi, Xabier Iriondo, Diego Sapignoli e Mattia Coletti: l’unico neo a volte è proprio la presenza del vecchio kamikaze. Spero mi scuserete per lo scarso rispetto, per altro è difficile voler male ad un tizio che ha cantato con i Can, ma a cento anni dalla nascita del futurismo credo che celebrerò a modo mio Balla e Depero e l’allegra banda di cazzoni, crocifiggendo in sala mensa questo malandato samurai.

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