Ci troviamo di fronte ad un trio a suo modo anomalo, poichè vediamo Luca Sigurtà affiancato a due musicisti provenienti dall’ambito “colto”. Non si tratta certo di un esperienza così anomala per il biellese, infatti anche i suoi lavori con Rocchetti, Pocket Progressive e con Fhievel non è che fossero così distanti dalla musica elettronica erudita o da materiali da performance in un museo di arte contemporanea, ma in questo caso la combinazione ha prodotto un risultato molto particolare.
Telandro e Sorrentino, rispettivamente fiati e chitarre, si sono tenuti a debita distanza dalla tipica esecuzione elettroacustica o free che normalmente avreste potuto ascoltare su un qualunque disco di genere, come ad esempio molte uscite Creative Sources. Lo stile “classico” (qualunque cosa ciò significhi) di Sorrentino ed il lirismo quasi (e ripeto… quasi) da ECM di Telandro sono il valore aggiunto ad alcuni dei “tricks” caratteristici a cui ci ha abituati Sigurtà: il calore dei due strumentisti ha creato un’unione strana con quei drones, quegli skip, i glitch e quelle “sporcature” di cui Sigurtà ha sempre fatto uso abbondante in progetti come Harshcore ed in altri suoi lavori solisti. Si tratta di un lavoro molto, molto caldo, a tratti smaccatamente melodico e ciò non è dovuto solo al fatto che alcuni episodi siano reinterpretazioni di brani precedentemente composti dai due strumentisti, ma anche dal fatto che la sinergia del trio funziona in modo splendido. Immersus Emergo è un lavoro in bilico fra l’elettronica, il neo jazz e le colonne sonore, valorizzato da una registrazione pastosa, che a suo modo scalda un ambiente che altrimenti potrebbe finire per suonare “freddo”.