Larsen Lombriki – Free From Deceit Or Cunnings (Snowdonia, 2005)

lombriki

Vivere nelle grotte, negli anfratti del terreno, in buie spelonche dove anche il più esile dei suoni viene amplificato. Il paradiso dell'appassionato di field recordings, le gocce d'acqua che costruiscono un naturale, lento e persistente beat, ma senza mai uscire allo scoperto, nel riconoscibile. Tutti i suoni sono filtrati dall'infinito numero di rimbalzi che le onde fanno sulle pareti delle stanze. Il riverbero. Autenticamente autenticante, fonte di realtà e corporeità dei suoni che prendono forma nel cervello non suonando fittizi e senza corpo.
I Suicide avevano tanto riverbero, il surf, anche quello di David Thomas, aveva tanto riverbero, i Sun City Girls avevano tanto riverbero. I Larsen Lombriki hanno il riverbero. Il disco vive dell'autenticità di una musica popolata da personaggi scomodi, tra i sopra citati per le atmosfere, il Tom Waits più malato, un qualcosa dei Residents tutto condito da interventi di sax malati e suoni più o meno industrialmente trattati. L'incedere dei pezzi, con i bassi ossessivamente malmenati, è piuttosto intenso; le voci paiono arrivare da altre stanze, sempre il gioco del riverbero. Le chitarre e gli interventi sonori più urticanti sottolineano bene le urgenze dei rimandi, un concentrato degli ultimi vent'anni, evidenti in brani come Ballad Of The Bleeding Man e Time For Love, dove un sospetto "uuuh" sul cambio sottolinea ancora la filiazione nuovaiorchese di organo e campione in sottofondo. Un disco che stupisce, per completezza, per importanza e per bellezza, perchè no. Ti conquista e non gli ci vuole neanche troppo. Osare per credere, non credo che questo disco possa essere interessante solo per amanti del genere. Anche graficamente rimane una delle migliori produzioni Snowdoniane. Non ci resta che portare un grosso amplificatore, piazzarlo nella caverna di camera nostra e goderci questi suoni naturalmente trattati con immenso piacere.

http://www.larsenlombriki.it
http://www.snowdonia.it