Anthony Laguerre & Les Percussions de Strasbourg – MYOTIS V (Sérotine, 2023) PRIMA OPZIONE

Amplificare l’inudibile?
Sembra essere proprio questo l’intento del compositore, improvvisatore ed ingegnere del suono francese Anthony Laguerre insieme all’ensemble di percussioni di Strasburgo.
Per farlo prende spunti da una famiglia di pipistrelli e ci immerge in una sorta di viaggio allucinante di 34 minuti, alle prese con percussioni, assalti all’arma bianca (il secondo brano, una sorta di free jazz noise tribale è già il mio preferite, considerando che riesce a tagliar fuori il mondo da qualsiasi delle nostre azioni per tutta la sua durata) e paesaggi che ci lasciano il perenne dubbio sulla loro concezione e rappresentazione. Forse, infatti, stiamo ascoltando delle lotte fra acari, forse l’infrangersi una stelle, forse semplicemente una scriteriata jam session. Quel che è certo è che questi movimenti sono una vera spina nel fianco o, meglio, una pulce nell’orecchio. Vitali, non filtrati, reali nel loro tentativo di mettere in mostra alcune dinamiche e volumi rispetto ad altri. Legandomi alla figura dei pipistrelli immagino quanto potrebbero essere stati distorti i personaggi del Vampiro, o di Batman, se avessero subito il trattamento Laguerre. Incrementi di pazze follie, scatti d’ira, violenza immotivata e malo sconclusionato e caotico. Ode quindi all’incredibilmente piccolo ed all’incredibilmente grande: se l’avvicinarsi di queste onde dinamiche danno questo tipo di risultato beh, aggrediteci senza ritegno. L’ultimo brano , unico che riesce ad estendere il proprio minutaglie oltre la decina di minuti, sembra invece percorrere altre correnti, quasi che per concludere questo percorso si debba cercare una sorta di equilibrio e di intonazione fra i diversi elementi, musicisti ed ascoltatori, per riassettarsi in un mondo reale. Nel quale, d’ora in poi, reciteremo ancor più convinti la parte della persona che si innamora di un suono incessante e misterioso al di fuori della musica così conosciuta.