My Bloody Valentine

Il 2002 è stato un'anno di grandi ritorni, dagli Wire ai Soft Boys, ma quasi nessuno sembra essersi accorto di una delle apparizioni meno attese: la prima canzone in più di dieci anni di Kevin Shields. Ok, non è proprio una canzone, è solo uno strumentale, Outro, che chiude (appunto...) la raccolta You Don't Need Darkness To Do What You Think Is Right, eccellente compilation della Geographic, l'etichetta di proprietà dei Pastels, che ha visto anche il ritorno dei fratelli Reid, ovvero i Jesus & Mary Chain, che con il nome Sister Vanilla accompagnavano la sorella Linda. E' strano: mai come in questi anni un ritorno sulle scene dei My Bloody Valentine sarebbe più gradito, data l'aria di revival dello shoegaze che sembra esserci in giro; eppure sembra che ormai nessuno li stia più aspettando.
Ma forse è meglio partire dall'inizio...


Discografia

Album: Cd single ed EP:
  • Geek 7"/12" (Fever, 1985)  
  • The New Record By My Bloody Valentine 12" (Kaleidoscope Sound, 1986)  
  • Sunny Sundae Smile 7"/12" (Lazy, 1987)  
  • Strawberry Wine 12" (Lazy, 1987)  
  • Ecstacy EP (Lazy, 1987)  
  • untitled (You Made Me Realise) 7"/12" (Creation, 1988)
  • untitled (Feed Me With Your Kiss) 7"/12" (Creation, 1988)
  • Instrumental 7" distribuito assieme alle prime 5000 copie di Isn't Anything (Creation, 1988)
  • Glider 7"/12"/EP (Creation, 1990)  
  • Tremolo 7"/12"/EP (Creation, 1991)  
  • When You Sleep promo CD con una sola traccia (Sire, 1991)
  • Only Shallow promo CD con due sole tracce, allegato al magazine Les Inrockuptibles (Sire, 1991)
Partecipazioni, rarities:

Fare riferimento a questa pagina, please...

No Place To Go

Dire che Kevin è una sorta di apolide è poco: nato a New York, nel Queens, si ritrova poi a crescere a Dublino, dove forma la sua prima band, i The Complex, assieme al fedele amico Colm O'Ciosoig. Durano poco e fanno pochi concerti senza mai uscire dalla città, fino a quando, alla fine del 1984, Kevin e Colm si decidono a formare una nuova band assieme al cantante Dave Conway e alla tastierista Tina, in verità entrata nel gruppo in qualità di fidanzatina di Dave ("Avevamo bisogno di qualcuno in grado di suonare le tastiere e simili, Tina non sapeva suonare alcun strumento e la cosa più semplice era di suonare un sintetizzatore Casio,e così fece" (K.S.) ).
Un nuovo spostamento attendeva comunque Kevin: Dave Id e Gavin Friday dei Virgin Prunes fecero circolare un loro demo e in Olanda alcuni ragazzi si interessarono a tal punto alla loro musica da organizzare un concerto.
A questo punto i nostri trovano un nome, My Bloody Valentine (era il titolo di un film horror: un'idea di Dave, a quanto sembra), e fanno la loro prima apparizione live a Dublino. Decidono quindi di rimanere ad Amsterdam dopo il concerto, per vedere cosa poteva accadere, ma dopo un mese si ritrovano in condizioni di estrema miseria, dalla quale riescono ad uscire grazie ad un'improvvisato concerto (da cui ricavano i soldi per due mesi d'affitto), mentre Kevin trova lavoro in una fattoria.
Ma l'Olanda doveva apparire decisamente poco ospitale, tanto che i nostri decidono di trasferirsi nuovamente, questa volta in quel di Berlino: capite cosa intendevo quando definivo Kevin un apolide?
Comunque, questa sembra essere la volta giusta: un ragazzo, Dimitri, si entusiasma a tal punto che decide di produrre loro un disco, contando anche sui suoi contatti con l'etichetta avantgarde Dossier: non avendo abbastanza soldi, i nostri optano per incidere un mini-LP, This Is Your Bloody Valentine. La cosa non va tanto bene, perchè non ricevono una lira ed inoltre il disco viene missato in maniera totalmente diversa da come si aspettavano. Il disco comunque sembra mostrare abbastanza bene come suonasse il gruppo all'epoca, ovvero una band fortemente influenzata dagli Stooges, dagli Scientists e dai Birthday Party, mentre l'uso delle tastiere sembra richiamare alla mente i Doors; poco pare mostrare i futuri sviluppi del gruppo, e la band sembra dominata dal cantato di Dave. A questo punto i ragazzi sono stanchi di stare in Europa, e così un nuovo spostamento viene deciso. Prossima Fermata: Londra.

Another Rainy Sunday

Dopo qualche piccolo problema di ordine "caratteriale" (la band si sciolse per circa un mese), i My Bloody Valentine (ma meglio sarebbe dire Kevin, Colm e Dave) decidono di andare avanti. Tina infatti decide di lasciare il gruppo, che a questo punto pensa bene di procurarsi un bassista in pianta stabile (ne avevano avuto uno a Berlino, sia pure per poche settimane); e così arriva Debbie Googie. Proveniente da Somerset, Debbie aveva suonato per un breve periodo nei Bikini Mutants (pare un gruppo in stile Au Pairs/Gang Of Four, che pur non lasciandoci alcuna incisione era andato in tour con i Mob, un gruppo del giro dei Crass): una sua amica risiedente a Berlino aveva dato il suo numero di telefono al gruppo, per chiamarla in caso di un loro ritorno nel Regno Unito. E così avvenne. La band viene poi in contatto con i Kill Ugly Pop, gruppo non di belle speranze ma con una sala prove, i Salem Studios, e un'etichetta, la Fever, per la quale uscirà il nuovo disco del gruppo, un 12" chiamato Geek. Pur denotando notevoli problemi (se il disco precedente era stato prodotto male, questo non ha proprio produzione!), per la prima volta la chitarra di Kevin suona come deve: si era sul finire del 1985, e la prima ondata di band Creation (su tutte i Jesus & Mary Chain) aveva lanciato un nuovo stile chitarristico, sporco e rumoroso eppure incredibilmente pop, mentre cominciavano a farsi sentire dagli Stati Uniti i Sonic Youth (il singolo Death Valley 69 era stato un piccolo successo nella classifica indie inglese) e i Butthole Surfers, due gruppi significativi per l'evoluzione dell' uso del rumore nel rock. Certo è che la voce di Dave continua a caratterizzare il gruppo, impedendogli di staccarsi da derive eccessivamente garage...
Comunque arriva il 1986: anno nuovo ed etichetta nuova, questa volta la Kaleidoscope di Joe Foster dei TV Personalities (piccola leggenda della scena indie britannica: cercate Mommy You're Not Watching Me del 1981 e sappiatemi dire...), che aveva visto il gruppo provare nei Salem Studios. Il nuovo disco (per l'appunto intitolato The New Record By My Bloody Valentine) comincia a mostrare un suono più pop e spensierato, mentre la chitarra di Kevin suona proprio come nei rumorosissimi concerti, che cominciavano a fare parecchio rumore (ehm...) nel circuito rock londinese. La band suona spesso di spalla a nomi come Wedding Present, That Petrol Emotion, Primal Scream e Pop Will Eat Itself, ovvero la nascente scena denominata "c86" (dal titolo di una cassetta pubblicata da N.M.E. che presentava le migliori band di quel periodo).

Sunny Sundae Smile

La band però non viene neppure sfiorata dal clamore che avvolge quella scena, forse perchè musicalmente più avanti, e le vendite ne risentono: il buon Joe Foster non ha abbastanza soldi per un nuovo disco, e la band firma un contratto con la Lazy, che stava salendo alla ribalta grazie al folto seguito di una delle loro bands, i Primitives, in quel momento pupilli della potente stampa musicale britannica. Quest'ultima in quel momento si trastullava con il summenzionato movimento c86; di quel periodo Kevin non sembra avere un buon ricordo: "In quel periodo non eravamo interessati alla scena indie. C'erano due principali filoni, i gruppi con un bizzarro stile funky e quelli con uno stile "twee jangly" (è abbastanza intraducibile, ma descrive i gruppi con uno stile vicino a quello dei Byrds, tipo i primissimi Primal Scream, NdR)"
Il nuovo disco, l'EP Sunny Sundae Smile del 1987, è probabilmente il miglior disco dei Valentines fino ad allora: potente ma melodico, contiene i primi veri classici del gruppo (la title track e Paint A Rainbow), e le canzoni cominciano ad avere degli arrangiamenti più articolati. La stampa inizia ad interessarsi a loro, e la Lazy propone loro un tour con i Soup Dragons. Ma proprio durante questi concerti Dave prende la decisione di lasciare il gruppo, a causa dell'insoddisfazione nei confronti dei dischi che il gruppo aveva fatto sinora. Va comunque detto che il suo lavoro sembrava autonomo dal resto della band: il gruppo scriveva le musiche e titolava i pezzi, e poi Dave scriveva i testi cercando di farli aderire alle melodie. "Non lo abbiamo visto per un sacco di tempo, e l'ultima volta che ne ho sentito parlare stava scrivendo un libro, una specie di racconto pulp di rabbie giovanili, ma non so se lo ha finito". (K.S.)
I Valentines decidono di continuare, e alle audizioni prevale una ragazza che si presenta cantando Bargain Store di Dolly Parton: Bilinda Butcher. In realtà costei, più che alla regina del country, sembra rifarsi ad Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins, che diventerà un'influenza pesante nello stile del gruppo. Con la nuova line-up la band non perde tempo e produce nel giro di pochi mesi altri due EP, Strawberry Wine ed Ecstacy, che in seguito la Lazy raccoglierà assieme nel disco Ecstacy And Wine, sembra senza chiedere il permesso al gruppo (cosa abbastanza usuale da quelle parti: la Lazy farà la stessa cosa con i Loop e i Teenage Fanclub).
L'abbandono di Dave e il conseguente nuovo stile vocale portato da Bilinda sembrano sganciare il gruppo dalla forma-canzone usuale: le strutture perdono significato, secondo un tracciato già segnato da Spacemen 3 e Loop, ma a loro differenza i Valentines non si discostano dalla breve durata e dalla melodia tipica delle pop-songs, facendo così sembrare le loro canzoni come schegge di suono. Capolavori come Strawberry Wine, Safe In Your Sleep e Clair si discostano dal suono tipico del periodo (tutti quei gruppi che cercavano di essere gli Smiths...) e lanciano un ponte verso la furia melodica d'oltreoceano dei Dinosaur Jr e dei Sonic Youth di Daydream Nation. Eppure la band non è ancora soddisfatta: se le registrazioni di Strawberry Wine sono andate abbastanza bene, quelle di Ecstacy sono state un mezzo disastro, in parte per la mancanza di denaro e in parte per alcuni problemi col master del disco, che non ha permesso al gruppo di avere il suono che volevano. Quello di cui c'è bisogno è una etichetta che dia loro sia totale disponibilità di mezzi sia un'abbondante fiducia nelle loro possibilità.

I Believe

"Abbiamo fatto un concerto a Canterbury dove aprivamo per i Biff Bang Pow (la band di Alan McGee e Dick Green, i fondatori della Creation Records, NdR) e ad Alan siamo piaciuti tanto da stupirlo.
Dopo lo show ci chiese se avessimo voluto incidere qualcosa per la Creation, ovviamente non avevamo intenzione di dire di no, ma Kevin era deciso a calcare la mano sul fatto che quello che volevamo fare sarebbe stato diverso dalla roba fatta in passato e Alan fu veramente colpito e ci disse di venire e di fare quello che volevamo, e così abbiamo fatto." (D.G.)
Si apre così una nuova fase per i My Bloody Valentine, ed allo stesso modo anche per la Creation: la band simboleggerà la seconda fase dell'etichetta, dopo la prima che aveva avuto nei Jesus & Mary Chain i suoi profeti. Difficile infatti immaginare il suono di band come i Ride, gli House Of Love o gli Swervedriver senza i loro esperimenti sonori, esattamente come in precedenza band come i Loft o i Jasmine Minks dovevano tutto al gruppo dei fratelli Reid.
Liberi finalmente di usare lo studio come più gli aggrada, i Valentines possono finalmente sperimentare sui suoni come avevano sempre voluto: il risultato finale è l'EP You Made Me Realise, un'autentica pietra miliare del rock inglese anni '80.
La stampa, dopo un breve sconcerto, diviene via via sempre più entusiasta, e i risultati si vedono anche nelle classifiche indie. Kevin dà libero sfogo ai suoi istinti con Slow, il brano più complesso finora realizzato, un autentico groviglio sonoro di chitarre completamente manipolate in studio, mentre la loro anima più melodica si esprime completamente nella title-track. Inoltre questo EP è anche il passo d'addio di Debbie dalla sala d'incisione: il basso sarà suonato da Kevin, mentre lei (insofferente, pare, ai tempi lunghi delle sale d'incisione) si limiterà a suonare dal vivo. La reazione è tale da spingere la band a fare il grande passo: un LP vero e proprio, il traguardo di un lustro di durissima gavetta.
Anticipato dal singolo Feed Me With Your Kiss, sul finire del 1988 esce Isn't Anything, che diviene immediatamente uno dei bestsellers dell'etichetta e che impone definitivamente il gruppo come una delle più interessanti realtà della scena rock mondiale. La prima cosa ad emergere del disco è la perfetta maturazione delle voci di Bilinda e Kevin: la voce distaccata, ma non priva di passione (sembra un controsenso, ma provate voi a descriverla!) di entrambi si sposa perfettamente con il contesto sonoro, ed inoltre non è difficile fare un parallelo tra l'impalpabilità dei suoni e l'ermeticità dei testi, costruiti spesso su fonemi incomprensibili al solo scopo di essere il più possibile aderenti ai suoni (una costante di certo rock: ieri i Cocteau Twins, oggi i Sigur Ros). Le canzoni poi sono oramai distanti dalle ingenuità del passato: lasciata definitivamente alle spalle ogni tentazione di revival del garage-rock, il gruppo sembra guardare più ad una riattualizzazione dei Velvet Underground, magari filtrati attraverso quella parte della new wave, come gli Wire di 154, che cercò di aggiornare il vocabolario del pop britannico (penso a canzoni come Cupid Come, Several Girls Galore e I Can See It (But I Can't Feel It)), senza dimenticare di aggiungere qua e là delle accelerazioni quasi punk (come la potente (When You Wake) You're Still In A Dream e la scanzonata Sueisfine); in quest'ultimo frangente il gruppo sembra poi avvicinarsi a quanto stava emergendo in quei giorni in quel di Seattle, e riascoltando You Never Should non possono non venire in mente i migliori Dinosaur Jr.
A questo punto il gruppo è perfettamente padrone dello studio d'incisione e delle tecniche: la cascata di accordi su cui si regge No More Sorry è quasi impalpabile, il singolo Feed Me With Your Kiss s'infrange nel ritornello in un muro del suono, All I Need è puro suono senza neanche più la parvenza di una vera e propria canzone, Soft As Snow (But Warm Inside) si regge su scansioni quasi hip-hop. Proprio quest'ultima deriva, la stessa su cui si stavano dirigendo i grandi e dimenticati A.R.Kane, è indicativa degli sviluppi futuri e viene confermata da un curioso 7" regalato con le prime copie del disco: uno dei due strumentali che lo compongono, infatti, ruota attorno al marziale beat di Security Of The First World dei Public Enemy (lo stesso su cui Lenny Kravitz avrebbe costruito per Madonna la celebre Justify My Love!).
Nel frattempo la scena musicale intorno a loro stava cambiando: nelle classifiche indie cominciavano ad emergere i primi gruppi a loro affini, dai Ride ai Boo Radleys fino agli House Of Love (con i quali i rapporti non sono proprio idilliaci: "Sono dei montati, vogliono diventare come gli U2"), mentre da Ibiza e da Manchester arrivavano le vibrazioni della nuova "summer of love", quella dell'acid house.

To Here Knows When

Tra un tour e l'altro comincia a prendere forma nelle loro menti quello che sarà il successore di Isn't Anything: la famosa tendenza dei magazine inglesi ad affossare i gruppi dopo il loro momento di notorietà e il proliferare di imitatori (la famosa scena shoegaze, così chiamata per la tendenza dei musicisti a suonare con la testa bassa, quasi a volersi sempre guardare le scarpe...) spingono il gruppo a cercare nuove soluzioni. Una ricerca che costerà all'etichetta qualcosa come 500$ (fonte: All Music Guide, ma la cifra esatta non è mai stata rivelata...) e vedrà al lavoro tra il 1989 e il 1991 ben sedici tecnici del suono, ai quali si aggiungeranno gli stessi Kevin e Colm. Le prime avvisaglie di ciò che stava per arrivare vengono esposte dall'EP Glider: la danzabile Soon mostra che la band è stata benignamente colpita dal ciclone acid house, e di lì a poco un epocale remix di Andrew Weatherall si impone come colonna sonora dei rave dell'epoca. Le altre tracce sembrano più dei bozzetti (ma Don't Ask Me Why è stupenda), le prove tecniche di un gruppo alla ricerca di un suono diverso, più sfocato, vicino quasi alla ambient. Quando nel '90 emerge soltanto un altro EP, Tremolo, cominciano a circolare le prime leggende sul perfezionismo maniacale di Kevin. Non che il 12" sia deludente: To Here Knows When mostra che il gruppo è riuscito nel suo intento, gli strumenti suonano come un'unica macchia indistinta, sul cui sfondo aleggia il preciso drumming di Colm, e tra le nebbie del suono la voce di Bilinda diventa indecifrabile, tanto che non ho mai trovato una trascrizione esatta dei loro testi di quel periodo. Swallow è la nuova sortita in territori più dance-oriented, Honey Power è punkeggiante il giusto, mentre Moon Song è la versione estremizzata degli esperimenti di To Here Knows When. Arriva il 1991: i Nirvana e Seattle segnano una generazione, e in Inghilterra i Primal Scream di Screamedelica creano il matrimonio perfetto tra estetica indie e suoni ambient-house. Ed esce Loveless. Tra i solchi riemergono Soon e To Here Knows When, mentre nuove meraviglie vengono procurate da Only Swallow e Blown A Wish, così eteree da sfuggire ad ogni definizione, dalle potenti When You Sleep e What You Want (che la scena indie americana ascolterà con la dovuta attenzione, dalle Tsunami a parte della scena emocore fino ai gruppi del giro Slumberland), e dalla toccante ballata Sometimes, che gli Smashing Pumpkins useranno spesso come modello (ma un disco come Mellon Collie... è vicino al suono dei Valentines in più di una occasione...). La capacità di scrittura del gruppo si è poi fatta più "precisa": gran parte dei pezzi sembra non avere una vera e propria struttura, sembrano esplodere in mille direzioni,ed è facile capire perchè Simon Reynolds li citasse come ispiratori di quello che lui stesso avrebbe battezzato post-rock. A questo punto la ricerca sonora del gruppo può dirsi conclusa: sarà difficile andare oltre le incredibili stratificazioni sonore del disco (basti pensare solo all'inizio di Come In Alone), che aprono una via per chi, dai Seefel ai Main, deciderà di usare le chitarre per creare dei "paesaggi sonori" ai confini con la ambient. Infine, Colm si ritaglia uno spazio tutto suo con Touched, uno strumentale tanto bizzarro quanto a suo modo maestoso. La rivista Pitchfork eleggerà Loveless come "disco più importante degli anni '90", e alla fine del decennio sarà comunque ben considerato da analoghe playlist. Il disco però non vende abbastanza per ripagare le spese di produzione, e la Creation va allo sbando: non riuscirà a rifarsi economicamente fino all'avvento degli Oasis...
Dopo essere andati in tour, i Valentines rientrano in studio per incidere un paio di cover: la prima è lo standard We Have All The Time In The World per una compilation di beneficenza, l'altra è Map. Ref. 41N 93W degli Wire per un omaggio a quella storica band new wave. Fino a prova contraria, è l'ultima volta che la band entra in studio.

MBV Arkestra

La prima ad andarsene è Debbie: va a fare la tassista per quasi un anno. Poi forma gli Snowpony, una sorta di supergruppo indie comprendente Katharine Gifford (ex Stereolab, Moonshake), Kevin Bass (ex Moonshake, Welfare Heroin, Pig) e Debbie Smith (ex Curve, Echobelly), con i quali pubblica un paio di dischi. Il secondo è Colm: va a Los Angeles, ma poi ritorna in Inghilterra dove forma un gruppo chiamato Clear Spot, ma di loro so soltanto che hanno inciso un singolo per la Duophonic degli Stereolab. In California era inoltre entrato in contatto con i Mazzy Star, con i quali va in tour (come batterista? Come roadie? Non lo so...): quando la loro cantante Hope Sandoval si decide a far uscire un lavoro solista, lui compone le musiche e suona tutti gli strumenti (il disco si chiama Bavarian Fruit Bread ed è uscito a nome Hope Sandoval & The Warm Inventions). Frugando in lungo e in largo su internet non ho mai trovato notizie su Bilinda e quindi non so se faccia ancora parte del gruppo. E Kevin? Per lungo tempo sparisce, ma non del tutto, dato che ogni tanto in rete appariva qualche intervista, ogni volta recante la promessa di nuovo materiale in tempi brevi. Pian piano appaiono dei remix a sua firma, fin quando uno di If They Move Kill Them dei Primal Scream spinge questi ultimi a chiedergli di entrare nel gruppo: lui mette un po' di chitarre tra i solchi di XTRMNTR, poi va in tour ed infine produce alcune tracce del recente Evil Heat. E poi c'è il ritorno su Geographic. Che non è il preludio a nuove uscite.

In rete: il sito non ufficiale, davvero completo, oppure lo spazio loro dedicato dal sito italiano Komakino; mentre Expect Delay, forse il sito in assoluto più devoto al gruppo, è attualmente in fase di ristrutturazione.

In libreria invece c'è assai poco di specifico, giusto qualche pagina su Blissed Out di Simon Reynolds.
Bootleg e simili circolano parecchio, ma scaricateveli da internet (vedere i siti sopra indicati) ed evitate di arricchire quelli che cercano di vendervi a prezzi assurdi pessime registrazioni senza arte nè parte; stessa cosa per i filmati, che peraltro non credo siano poi tantissimi (anche se nella mia adolescenza ricordo su Rockerilla le pubblicità di tizi che vendevano videoregistrazioni pirata di concerti, e fra i tanti nomi il loro era immancabile; provate a vedere se qualche 30something con la fissa per il rock inglese ne aveva comprata una...).
Per motivi a me ignoti latitano ancora dalla circolazione le Peel Sessions: almeno una dovrebbe essere stata fatta prima di Isn't Anything e dovrebbe essere un'anticipazione del disco.
Infine, per fortuna, nessuno si è ancora azzardato a concepire un tribute-album su di loro. Meglio così.

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