Taba - Electric Red Light

CD-rom contenente cinque tracce e molto altro ancora per Taba, alias Tabanelli Andrea, da Bubano (Bologna), che già abbiamo conosciuto grazie ai Pan Pipes.
Sorvoliamo per decenza sugli aforismi di serie B che presentano il lavoro... e passiamo all'ascolto. Dopo un primo brano introduttivo davvero poco interessante (che mette in mostra anche una conoscenza non eccezionale dell'inglese), Speedball attira l'ascoltatore con ritmiche elettro-narcotiche eppure trascinanti, memori di vecchie cose tipo EMF. Discorso simile, anche se con risultato forse migliore, per Sexy Transistor, pezzo dance costruito su di una base rock con l'aggiunta di sospiri e frasi estrapolate da film porno (ma non solo). Con Electronic Truth Andrea/Taba si avvicina al mood miliardario del Moby di Play, senza però nulla aggiungervi; mentre nella conclusiva Star Requiem quel 'qualcosa' esce finalmente fuori e si lascia apprezzare: ambientazioni 'liquide' stimolanti, sul filo sottile delle emozioni.
Fin qui il CD; ma resta da scoprire il CD-rom, che contiene vario altro materiale, non sempre di grande qualità, fra cui ulteriori nove canzoni in formato mp3 (notevole Dream-land, che parrebbe new age ad ambientazione 'preistorica'), poesie (a mio modesto parere di scarso valore), fotografie, ed un video realizzato per Speedball.
La proposta è nel complesso gradevole e discretamente interessante, seppur non miracolosa nè assolutamente innovativa. Al momento in cui uscirà questa recensione il Taba avrà già pronti altri lavori, se vi piace il genere andate a dare un'occhiata su Vitaminic.

Per informazioni e contatti: lhvtab@tin.it.
Sito web: http://stage.vitaminic.it/pan_pipes.


P.U.M.A.

I P.U.M.A., il cui nome sta per "parole ultrasuoni musiche artigiane", si formano a Prato nell'aprile 2000. Si autodefiniscono un "gruppo rock italiano a 360 gradi", cosa che alla fin fine significa ben poco di buono. Alla guida troviamo Luca De Cristofaro, valente chitarrista, già apparso sul piccolo schermo suonando Midnight di Joe Satriani in quel di Help, col simpatico Red Ronnie.
Nel CD sono contenuti otto brani di classicissimo e leggerissimo rock italiano, di quello che pensi sempre ormai morto e sepolto, ed invece rispunta fuori ogni volta quando meno te l'aspetteresti. Cosa intendo con questa definizione? Beh, i soliti Stadio (che sembrerebbero incredibilmente aver influenzato moltissime giovani bande italiane!), gli Estra...e quel che vi sta coraggiosamente in mezzo.
"Niente cambierà mai/forse nemmeno noi"...e vai con gli assoli di chitarra, che alla fine sono l'unica cosa veramente interessante del lavoro (notevoli specie nella conclusiva Il Segreto): Niente Cambierà Mai ha un buon andamento da banda di paese...come dire...da Bandabardò, per capirci, ma con in più le evoluzioni chitarristiche."Voglio solo un po' di vento/voglio solo un cambiamento"...sì, va bene il vento di rivoluzione, ma qui si esagera, specie con i vocalizzi (leggi: urletti stentati) che seguono il ritornello...e che è?! I Led Zeppelin??? "Quando arriverà il mio turno, cambierà/questo mondo cambierà"... Ragazzi. Persino l'argomento politica viene trattato in una maniera che dire bambinesca è poco, per arrivare - saltando di palo in frasca - alla conclusione leopardiana che "la vita vola via minuto su minuto"...eh, lo so anch'io, lo so... Non parliamo poi dell'argomento armi-guerra: "spara...senza alcun significato/non credi che sia sbagliato/un uomo senza un volto/un altro amico è morto". Il testo si commenta da sè. "La voglia di giustizia muore quando inizia"...diamine! Di questo passo mi farete diventare di destra!
Ci sono, sparse qua e là, melodie un po' più accattivanti, ma questo rockettino è troppo antiquato e stantìo, troppo legato alla musica da band dei tempi del liceo. Non si tratta di seguire i trend (nessuno ve lo chiede, ci mancherebbe), ma semplicemente di aggiornarsi: questa roba non farebbe effetto nemmeno a mia nonna; e comunque, anche volendo fare del revival, beh si può fare assolutamente di meglio!
Mi spiace, ma per ora il progetto è assai deludente, almeno dal mio punto di vista: ancora troppo abbozzato, troppo immaturo. Se invece è proprio questo il risultato ricercato, beh allora non so cos'altro aggiungere, se non il consiglio di smettere di ascoltare gli Estra.

Per informazioni e contatti: Giovanni, tel 0574/34895 oppure 347/7883138.


Dilemma - Super.Market

CD promozionale di soli tre brani per i milanesi Dilemma, che dimostrano di avere ben scelto il proprio nome: tra il primo e i restanti pezzi ci sono difatti notevoli differenze stilistiche che non permettono di capire con chiarezza dove si voglia andare a parare. Il quintetto risulta decisamente simile ai Timoria nell'iniziale Bohèmien, che - se si trascurano le parole - è il brano dalle maggiori possibilità: buon ritmo, un melodicissimo ritornello e chitarre corpose quale base. Chitarre che si fanno però improvvisamente più pesanti nell'atmosfera cupa, quasi lugubre, de Il Focolare, a tratti con la forza degli Alice In Chains (i cori di sfondo) ma fors'anche più gotico-metallica (e con voce rappata dietro, simil-Rapsodia). Meglio senz'altro alcune trovate all'interno di Arida ("ti cerco, vago/tremo, mi scopro/mi muovo, ti trovo/cado"), che comunque sempre ricorda l'incatenata Alice, ma ha momenti entusiasmanti.
Un po' poco per avere una idea ben precisa delle intenzioni della band, che appare come noi leggermente confusa, benchè si possa dire genericamente allineata su di un grunge rock non particolarmente 'diverso' nè inventivo, ma tutto sommato onesto e piacevole all'ascolto. Credo che ci siano buone possibilità di crescita e di sviluppo per ciò che essi definiscono "trip rock totale" ("anima rock, sogno psichedelico e godibilità pop"), pertanto attendiamo fiduciosi il prossimo passo.

Per informazioni e contatti: Stefano Cristiano.
Sito web: www.sottosistemi.com/dilemma, oppure stage.vitaminic.it/dilemma/.


Macno - Sapore EP

I comaschi Macno si presentano con il nome di un libro di Andrea De Carlo e con un EP di quattro pezzi.
"Macno è un gruppo rock. Macno è un gruppo pop" affermano: quella orgogliosa indefinitezza usata per dire che si è quel che si è, forse anche qualcosa di più. Ma le parole usate non sono prese a caso: le chitarre sono sempre ruvide e ben presenti, ed al contempo molto spazio è lasciato alle melodie, sempre dolci e invitanti, sempre sospese tra vecchio (anni '80) e nuovo; non lascia pertanto stupiti che essi stessi parlino di "passione per il dolce rumore". Guida ogni pezzo una voce adeguata (Mimmiz) che rende le melodie sinuose e sensuali, nonostante qualche 'impostazione' di troppo.
L'iniziale Evidentemente Tu mi ha fatto immediatamente pensare agli Smiths, ed è il brano che più mi convince ("le occasioni passano, noi restiamo qua"..."evidentemente tu hai bruciato ogni opportunità"). Tregua invece la vedrei bene cantata da Piero Pelù, mentre Le Stesse Vanità, dall'aria più cupa, a tratti sembrerebbe una creazione dei Marlene Kuntz (prima dei quali hanno anche suonato dal vivo) con finalità leggermente più commerciali. In questo caso il testo appare inoltre particolarmente curato e riuscito, rendendo le battaglie dei sentimenti molto meno banali del solito; interessante soprattutto questo permesso accordato cinicamente all'amante e considerato quasi come una sorta di prova: "stringimi,ti do/l'occasioneper/inquietarmi l'animo/fanne quel che vuoi".
"Lo so, non è quello che avresti voluto/lo so, non è quello che ti aspettavi" (Affrontami): forse è vero, commenta il recensore, quasi si sentisse coinvolto... Ed invece vi ascolto volentieri, e credo significhi senz'altro qualcosa. "Non distruggermi, se puoi"... Ma insomma, ve l'ho detto!

Per informazioni e contatti: info@macno.org.
Sito web: www.macno.org.


Skipturide - Elika

Corrono spediti e decisi i quattro brani contenuti nel demo dei messinesi Skipturide - già gruppo-spalla per i R.U.N.I. -, grazie ad un crossover concepito in maniera interessante e ben suonato, con chitarre pesanti come si conviene, ritmi tenuti anche da numerosi scratch e campionamenti (fa parte della formazione un dj dalle radici hip-hop) e una voce rabbiosa ad urlare sopra a tutto. Ho apprezzato specialmente la furia di Every Fucking Day (incredibilmente autocensurata nelle note interne!), che colpisce davvero nel segno; mentre gli altri brani, rispetto ad essa, mancano forse di personalità. Ci sono comunque sempre una gran foga ed un bel ritmo a farci saltare - anche sopra al fatto che la registrazione non sia proprio di primissima qualità, e renda pertanto il suono un po' piatto. La voce potrebbe essere appena un poco più curata, invece di lasciarla abbandonata alla spontaneità, ed avrebbe risultati sorprendenti.
Si potrà fare di meglio, senza dubbio, nel tempo; ma questo Elika rimane comunque, per ora, un discreto biglietto da visita. Avanti così.

Per informazioni e contatti: Giuseppe Candiano, tel 340/5782089.


Blessed With Ecstasy - Hurry Up!

Giovanissimi per anno di formazione (2000) ed intuibilmente per età anagrafica, questi tre ragazzi di Rieti suonano con trasporto ed irruenza punk rock dalle sfumature hardcore. I cinque pezzi presenti nel CD dimostrano però due cose: la prima, che nonostante l'età possono permettersi di sfoderare un'esperienza notevole; e la seconda, che essi non solo vanno volentieri giù decisi (Too Late), ma sono capaci anche di aperture melodiche evidenti e di conseguenza irresistibili: gustatevi la 'programmatica' Try To Change; la riuscitissima Fly Away, dal finale esaltante; ed infine, la conclusiva Look Into Yourself, mooolto Green Day!
Certo, non mancano qua e là momenti banali e testi tipicamente adolescenziali, ma tutto ciò appare ovvio ed ampiamente giustificato; così come risulta normale trovare chiare somiglianze con i modelli americani che costituiscono i loro riferimenti musicali.
Considerato tutto questo, rispetto ad altre cose dello stesso genere sentite in ambito nazionale e magari già nelle mani di qualche etichetta discografica, questi ragazzi mi stupiscono decisamente in maniera positiva. A loro vanno dunque i miei complimenti, gli auguri di rito, ed un monito quasi paternalistico (perdonatemi): continuare così, ma cercando il più ostinatamente possibile una propria strada, senza mai troppo cadere nella scopiazzatura (se non appunto agli inizi), e gli sviluppi futuri saranno senz'altro interessanti. Nel frattempo io torno ad ascoltare il CD per l'ennesima volta!

Per informazioni e contatti: blessed_with_ecstasy@hotmail.com
Sito web: www.blessedwithecstasy.com.


Ciaulapatica

"Il genere dovrebbe essere noise un po' più melodico...ma non lo è": così, tra ingenuità e ironia, si autopresenta questa band di recentissima formazione, costituita da quattro elementi, di casa a Prato. Il nome, onestamente, non mi piace: suona male e appare forzatamente 'costruito' (deriva infatti dall'accostamento delle due parole Ciaula - il protagonista di una nota novella di Pirandello - e apatica); ma non è questo che ci deve interessare. Ascolti dunque il primo brano (Odra) e già pensi: Nirvana. Sensazione che resiste per quasi tutta la durata del CD. Ma che non si tratti di banale plagio grungista da adolescenti - per fortuna - si vede, si sente, si nota: dall'intensità dell'esecuzione, dal trasporto della voce (che a tratti sembra essere passata attraverso una grattugia), dal basso che gira ossessivo, dalla chitarra che grugnisce, dalla batteria che pesta duro; e dai testi suggestivi, seppur dalle idee volutamente confuse (similmente alla scrittura di Cobain). Come Di Vetro, poi, è cupa come una notte di nebbia; ma le chitarre ne tagliano la densità, aprendo un varco in cui la voce può gridare disperata ("uccidimi"): effetto 'epico' garantito. In Audiopsiche ancora una volta la voce si trasforma in un urlo estremo e liberatorio ("mi dimentico che io non valgo niente"..."costruisco però poi mi detesto a lungo"..."ora che sei qui, va' via!") e a tratti si respira l'intensità viscerale dei God Machine. Con lo "svalvolo" - definizione non mia! - denominato Rosascorpione ("come un manto purpureo si avvolge la mia giornata") si conclude questo breve lavoro, fra rumori di chitarra reiterati e lancinanti.
Seppure ancora acerbo, quello dei Ciaulapatica è un talento che, se ben gestito, potrebbe risultare pericoloso per i vari Verdena nazionali, che meno riescono a dare sul piano delle emozioni, qui offerte invece nude e crude; eppure, la sola cosa che fuoriesce chiaramente dalle parole di Giacomo sembrerebbe la mancanza di autostima. Beh, forse è tempo di cambiare idea.

Per informazioni e contatti: ciaulapatica@virgilio.it, Giacomo tel 340/3345485.
Sito web: www.ciaulapatica.too.it, oppure stage.vitaminic.it/ciaulapatica.


Meschalina

I Meschalina sono cinque ragazzi di Roma, alle prese col più classico metal-crossover di scuola Rage Against The Machine: riffs pesanti, giochetti vari di chitarra, sequenze di attese e di esplosioni, testi 'impegnati', o meglio militanti. A conferma di ciò è anche il fatto che abbiano cominciato a suonare proprio come cover band degli stessi R.A.T.M. Li diversifica però l'utilizzo delle tastiere, che rende il suono più vario ed interessante (vedi Glitter). Bleeding U.S.A. è incentrata sull'11 settembre, con ovvia spiegazione da 'terroristi' (come li qualificherebbe la Fallaci): "you got what you built in years of deceits, consequence of your acts". I restanti pezzi scorrono purtroppo senza molto appassionare, lungo la stessa scia del precedente, con l'eccezione della rappata Anima Imperturbabile, che va ad esplorare possibilità decisamente diverse, e - incredibilmente - mi piace. Uno dei momenti migliori dell'intero disco mi è sembrato invece 21/7/2001, il brano conclusivo, dedicato ai fatti del G8 genovese: su una base musicale viene riportata la testimonianza di una ragazza 'della Diaz' (quella - tedesca, credo - con piercing e dreadlocks, qualcuno la ricorderà), intervallata da scoppi deflagranti, e nel finale dal rumore inquietante dell'elicottero che sorvolava la città.
Se c'è una cosa con la quale mi trovo assolutamente d'accordo è la richiesta (generica e banale quanto volete) "someone must pay!", che continuerei a gridare a gran voce in quanto vera e assolutamente realistica, ed ogni giorno più inascoltata: non è un atteggiamento colpevolista, è solo volontà di giustizia.
Il problema però, in questi casi, è sempre lo stesso: fare attenzione a non cadere nel banale e nel semi-plagio, o comunque evitare di scimmiottare. Ed invece qui troviamo, oltre al sound, tutta una serie di altri fattori (l'atteggiamento, le parole) che contribuiscono ad abbassare il valore del lavoro, invece che ad innalzarlo. Per farla breve: non è certo con gli standardizzati "wake up, shut up, fuck up!" od i "motherfucker" (per non parlare dei pietosi "bring the shit" e "fuck the norm"... Più copiato di così!) che si costruiscono la propria forza e credibilità. Siccome la voce di Stefano è davvero buona, perchè non farle cantare testi sì appropriati, ma un po' più ponderati?
La band appare insomma ancora troppo attaccata all'emulazione del modello d'oltreoceano; ma considerate le capacità tecniche e le situazioni in cui riesce ad 'osare', credo sarà possibile, volendolo, acquistare una maggiore personalità. Date un'occhiata anche ai testi, che possono assumere un valore maggiore senza l'utilizzo di troppe frasi fatte e di slogan ormai stanchi ed inefficaci.

Per informazioni e contatti: Stefano Teatini, tel 347/6559964.
Sito web: www.meschalina.com.


Zivago

Zivago provengono da Milano, sono in tre e, nonostante si autocertifichino come "post-pop", fanno elettro-pop cantato in italiano. Sin dall'inizio, la cosa non mi convince. Le gratificazioni raggiunte nel recente passato (vincono Scorribande Milano 2000, vanno in finale a Rock Targato Italia 2001) nemmeno riescono a farmi cambiare troppo idea. Non prendetelo però semplicemente come un rifiuto a priori del genere, questa musica non mi fa schifo: il fatto è che sento scorrere il CD senza provare alcuna emozione. Nessun soprassalto, nessun ritmo coinvolgente, nessuna atmosfera eccitante. Forse proprio perchè il sound risulta Come Liquido, mi scorre addosso morbido, senza lasciare segni indelebili: deve essere acqua, allora. Qua e là si tenta la strada dichiaratamente e insopportabilmente commerciale, altre volte si cercano strade differenti, senza mai però troppo osare. Alcuni momenti, come in Sono A Casa o in Insalata Mista, sembrano comunque ben riusciti (Bluvertigo?); ma a mio parere è troppo poco. Il che non significa che non ci possano essere sviluppi futuri e possibilità commerciali, anzi.
Ripensandoci, quando ho sentito testi come "la vita è come un libro aperto" ho avuto effettivamente come un soprassalto; ripetutosi più avanti con "in fondo agli occhi tuoi/brilla un brivido/e io ci scivolo" e con "le cose cambiano/cosa resta e cosa no/io non so"...
Se volete ascoltare qualcosa, in ogni caso, potete curiosare sul solito Vitaminic; basta che non crediate alla classificazione di genere in cui sono stati (o si sono) inseriti: indie/low-fi!

Per informazioni e contatti: Antonello Raggi, tel 339/2149204.
Sito web: stage.vitaminic.it/zivago.