Eraldo Bernocchi

Intervistare Mick Harris senza Eraldo Bernocchi sarebbe stato un peccato, ed in tempi di integralismo abbia rispettato tutti i dettami. Daltronde il cammino di queste due persone si è intersecato in più di un occasione sia perché spesso hanno collaborato con le stesse persone, oppure perché hanno fatto dei remix per gli stessi dischi fino ad a culminare nella serie di dischi che vede titolari entrambi stampati dalla cult label Sub Rosa. Credo che nessuno in Italia (e pochi oltre confine) possa vantare una discografia così grande sia a livello numerico che qualitativo. Se i nomi di di Laswell, Harris, Toshinori Kondo, Sigillum S, Ashes (tanto per citarne solo alcuni) non vi aiutano, credo che basti ricordare le sue collaborazioni con Giovanni Lindo Ferretti, Raiz, e Gabriele Salvatores in occasione della colonna sonora di Nirvana e di Denti.


Sodapop: Come hai iniziato a suonare e quando hai iniziato a pensare che potesse diventare una cosa seria?
Eraldo: Ho iniziato nel '77, avevo 14 anni, con l'esplosione del punk e della new wave of british metal. Suonavamo in cantina come tutti, in breve però mi sono stancato della forma canzone, del rock e dei suoi limiti e, ovviamente, non ho trovato nessuno disposto a collaborare con me. Per cui mi sono messo a sperimentare da solo, con dei mezzi ridicoli. Nell'85 ho incontrato Paolo Bandera e abbiamo creato Sigillum S che ci ha portato a suonare un po' ovunque. Soltanto nel '92 ho deciso di intraprendere questa carriera come professionista, nel frattempo ho fatto svariati mestieri, ho studiato legge, ho viaggiato quanto ho potuto. E' stata una scommessa, decisamente difficile. Anche oggi è difficile, non credere che lavorare con nomi illustri porti delle fortune economiche. E' difficile per chiunque faccia musica di nicchia, specialmente se non fai rock. Comunque non cambierei la mia vita per nulla.
S: Ti senti soddisfatto dei risultati che hai ottenuto e c'è stato un momento in cui i sei sentito per così dire "arrivato"?
E: Parzialmente. Sono soddisfatto di molte mie uscite, alcune al contrario, non mi esaltano più come un tempo. Probabilmente non mi rappresentano più, è normale, il tempo passa. Mi rendo conto che raggiungere certi risultati è stato fantastico ma per carattere non sono in grado di dire a me stesso che sono "arrivato". Che significa? Per me nella musica non si arriva mai, è evoluzione costante. Arrivato per me vuol dire poter vivere di ciò che faccio, che è moltissimo. La musica non dà molte possibilità di scelta, o ce la fai o non ce la fai. Fine. Altrimenti rischi di vivacchiare come accade alla maggior parte di quelli che ci provano. Non navigo nell'oro, vivo decorosamente, con i miei alti e i miei bassi.
S: Molte persone in Italia ti conoscono per le tue collaborazioni con Ferretti e con Raiz degli Almamegretta, ma spesso ignorano completamente la storia dei Sigillum s ed i tuoi lavori con Mick Harris, Laswell, Toshinori Kondo o la tua attività di remixer che bene o male costituiscono il grosso della tua discografia. Che effetto ti fa?
E: Non mi fa alcun effetto. Lo trovo normale. Non ho mai avuto un ufficio stampa o un management (è una scelta...) per cui non mi aspetto che il pubblico conosca tutto. Suono raramente in situazioni istituzionalizzate, praticamente mai in quelle politicizzate per cui la maggior parte delle persone non sa neppure che faccia abbia, va bene così. La mia faccia non interessa neppure me, la musica parla per sè. E' anche vero che in Italia si ascolta una quantità di robaccia che la metà basta, a cominciare dall'ambito definito "alternativo" per cui la musica un po' più difficile resta confinata nelle case di chi ha voglia di ricercare. Non mi preoccupa, tutto qui. Chi è interessato in qualcosa prima o poi lo trova. Certo rende più difficile arrivare alla fine del mese ma pur di non scendere a compromessi... In futuro aprirò la vendita diretta dal mio sito, che al momento è veramente elementare e incasinato, per poter vendere anche cd inediti o live che la gente non riesce a trovare.
S: Cosa ricordi con più piacere delle tue collaborazioni con Mick Harris e Ferretti e soprattutto che cosa vorresti che la gente sapesse di loro visto che solitamente vengono considerati persone piuttosto particolari se non "difficili"?
E: Non trovo che siano persone "difficili", le definirei "Vere", il che fa la differenza. Sono come sono. Mick è forse la persona più istintiva che abbia mai incontrato. Fa soltanto ciò che ritiene opportuno in quel momento, solo ciò che gli va. Con tutte le conseguenze del caso ovviamente. Mick non ha paura di nulla, è se stesso fino in fondo e se deve dire qualcosa a qualcuno, non importa chi, lo dice chiaro e tondo. E' estremo in ogni suo comportamento o pensiero, siamo stati bene a lavorare insieme. Rifarei tutto, abbiamo imparato l'uno dall'altro. Ferretti è un altro vero, anzi come direbbe lui è un'altra "Verità". Non è facile relazionarsi a Giovanni, a volte la comunicazione fatica ma è sempre stato un piacere lavorarci. E' un entusiasta, iper attivo, caotico-confusionale, ma organizzato nel suo caos. E' una persona reale, che vive di emozioni, che non conosce convenienza o calcolo. Va preso così com'è e va ascoltato, i suoi testi sono delle piccole lezioni di vita.
S: Sempre a proposito di Mick Harris trovo molto interessante che abbiate collaborato molto spesso o che addirittura le stesse persone chiedessero la vostra collaborazione (come nel caso di Transmisia, Almamegretta, Rsu ad esempio).
E: E' accaduto. Tutti qui. Forse era il momento, o forse quello che stavamo facendo trasmetteva qualcosa a più persone. Non saprei dirti il perché, ha stupito anche me.
S: Credo che pochi musicisti possano vantare una discografia così vasta e qualitativamente così elevata come la tua. Pur tenendo conto delle tue indubbie qualità di musicista in che percentuale pensi che ciò sia dovuto solo alla bravura, alla tenacia, alla capacità di intrattenere contatti o più semplicemente al caso?
E: Credo sia tutto insieme, al tempo stesso credo però che la ragione di tutto ciò sia quella che io chiamo "Visione". La musica è per me "Visione", è una visione globale, un modo di vedere le cose, il mondo, la spiritualità, anche se a volte tutto ciò può sembrare fuori contesto. Ci vuole tenacia, ci vuole fortuna, ma alla fine quello che paga è essere se stessi. Se ciò che si fa è sincero prima o poi qualcuno se ne accorgerà, a meno che tu non sia veramente sfortunato. Va detto, per onestà, che la maggior parte delle persone con cui ho lavorato e lavoro hanno la mia stessa "Visione", è stato molto più facile interfacciarsi.
S: Dove vivi ora e riesci a vivere di musica?
E: Vivo in Toscana, vicino a Livorno, anche se spesso sono a New York e in Giappone. E' stata una scelta pericolosa, che ha dato i suoi frutti in termini di qualità della vita, anche se il lavoro un po' ne ha risentito, specialmente quello che proveniva dall'Italia. Da Milano sono scappato, dopo 35 anni, e non ci tornerei neanche morto. Mi capita di doverci andare per lavoro ma cerco di andarmene al più presto. Non c'è più nulla che mi interessi a Milano.
S: Non vorrei sbagliarmi ma so che hai effettuato una lezione al Dams di Bologna sulla musica elettronica, vero? Hai una preparazione accademica?
E: Ti sbagli. Non era al Dams. A Bologna ho diretto per quasi tre anni la sezione musica della Bottega di Musica e Comunicazione di Giovanni Lindo Ferretti. Ho avuto modo di interagire con più di venti studenti di cui nove interamente dediti alla musica e al suono. E' stata un'esperienza interessante, a volte gratificante, a volte no, ma comunque educativa anche per me. Quanto alla preparazione accademica... no, non ho una preparazione accademica. Da un lato la rimpiango, forse avrei potuto fare di meglio a livello di arrangiamento, dall'altra non me ne può fregare di meno.
S: Ma soprattutto pensi che sia necessario accademizzare certi generi musicali che ora come ora non vengono quasi presi in considerazione in certi ambiti?
E: Ci sono dei pro e dei contro. L'accademizzazione potrebbe portare allo scoperto certe forme espressive che altrimenti continuerebbero a restare di nicchia però... non dobbiamo dimenticare che in questo ambito musicale è l'esperienza a essere sovrana. Ciò che oggi faccio, che ho fatto, non avrei mai potuto impararlo da un'istituzione accademica. E' qualcosa che devi toccare con mano, è un percorso individuale. Dei workshop potrebbero essere molto importanti. Situazioni rapide ma che siano stimolanti per poter poi intraprendere un percorso individuale.
S: C'è qualcuno che ti ha colpito molto per i suoi recenti lavori?
E: Bjork, mi colpisce sempre, anche se ultimamente mi ha un po' stufato. Thomas Fhelmann degli Orb, i suoi solo album sono splendidi. I Black Eyed Peas, è pop/hip pop ma hanno un livello di produzione e arrangiamento veramente spettacolare. Eminem.
S: E come vedi l'attuale sviluppo della musica elettroacustica e/o della sperimentazione elettronica?
E: Ci sono cose interessanti. Trovo che però la maggior parte sia troppo fredda, troppa tecnologia e poca carne. Ma credo anche che sia inevitabile, la tecnologia ora è alla portata di tutti, e tutti usano più o meno le stesse cose... il risultato è un appiattimento notevole. Chi fa cose interessanti si staglia subito, il resto langue in un limbo poco definito.
S: Ho notato che fra le altre cose che hai fatto hai partecipato alla colonna sonora di Denti di Gabriele Salvadores (dove per altro compare anche Mauro Theardo). Oltretutto so che Corpus degli Ashes è stato anche utilizzato per un programma sui quartieri spagnoli di Napoli da Rai 3, senza parlare del progetto che ti ha visto coinvolto con Petulia Mattioli (Verba Corrige). Questi tuoi "flirt" con le immagini e soprattutto con l'ambito televisivo e cinematografico sono esperienze isolate o credi che si ripeteranno?
E: Andiamo per ordine. Con Salvatores avevo già lavorato ai tempi di Nirvana, io e Laswell realizzammo un brano in due versioni, una per il film e una per l'album. Mi chiamò per Denti, mi piacque la storia e alla fine feci circa un terzo della colonna sonora. Non sapevo che Ashes fosse stato utilizzato per un programma sui quartieri spagnoli, bella notizia, grazie. Con Petulia Mattioli, che nel frattempo è diventata mia moglie, abbiamo creato Verba Corrige per portare avanti un discorso di sinergie tra arti visive e musica, credo che più volte ci sia riuscita l'operazione. Petulia ha realizzato tutti i live di Ashes, alcuni live di Tabla Beat Science con Laswell, il DVD dello stesso progetto, un'installazione a Palazzo delle Papesse a Siena dove Harold Budd ha composto con me la colonna sonora (in uscita su CD a breve), gli spettacoli di Somma, che è il progetto con Laswell e i tibetani che siamo riusciti anche a portare in scena in occasione dell'ultima visita in trentino di S.S. il Dalai Lama. L'ultimo Ashes a Brescia, l'11 maggio, con una gigantesca multivisone sull'intera Piazza della Loggia. Sono troppi da elencare. Ho sempre composto musica con in mente le immagini, anche in mancanza delle stesse la fonte d'ispirazione era ed è sempre quella. Un'immagine, un film, un servizio al telegiornale, la mia musica è una colonna sonora permanente. Non a caso negli ultimi anni ho realizzato un sacco di musica per pubblicità. potrà sembrare poco interessante ma per me lo è, poiché il confronto con trenta secondi netti è una sfida incredibile. E' la sintesi obbligata.
S: A giudicare dalle tue playlist di letture/visioni riesci a conciliare cose molto oscure (come Herzog, Manson Cronemberg, etc.) all'attrazione per le filosofie orientali ed allo stesso tempo una grande passione per l'elettronica. Qualcuno potrebbe pensare che sono cose antitetiche.
E: Tutto fa parte della "Visione" di cui si parlava prima. Sono convinto che ogni individuo sia formato da infinite sfaccettature ma, vivendo nella società in cui viviamo, siamo costretti spesso a negare l'evidenza di noi stessi. Reprimiamo gli istinti, evitiamo accuratamente di interfacciare la nostra "animalità" con gli altri e in particolar modo non la utilizziamo a fini creativi. Sono ciò che sono, con le mie infinite sfaccettature e contraddizioni e mi sta bene essere così. Mi interesso a qualsiasi cosa ritenga degna di nota sia essa politica, storia, musica, Manson o le filosofie orientali, nulla è in antitesi con nulla poiché fa tutto parte dell'Universo in cui viviamo. negarlo o scendere a compromessi a me non è mai stato bene. La luce è definibile in quanto esiste il buio, e vice versa. Accettarli entrambi significa per me cercare la completezza.
S: Quali lavori/collaborazioni ti hanno dato maggiori soddisfazioni fino ad oggi e quali meno?
E: Bella domanda. Calcola che una volta che ho in mano il prodotto finito, cioè il CD o il vinile o un link di download per me la vicenda è chiusa. O meglio, non ascolto più quello che ho fatto, è passato, devo evolvermi e andare avanti. Ci sono pochissime cose che continuo a riascoltare: Ashes, Charged l'album di studio, l'album appena terminato con Harold Budd. Poi vado a giornate. A volte mi viene voglia di riascoltare qualche vecchio nastro di Sigillum S, a volte non li ascolto per anni. Più che i lavori mi danno soddisfazione le collaborazioni, sono sempre aperto a nuove proposte e idee. ho amato e amo lavorare con Laswell, Kondo, Budd, Harris, Ferretti e Raiz ex Almamegretta. Queste sono quelle che mi hanno arricchito maggiormente, ma strada facendo ho incontrato un sacco di gente, che magari è rimasta sconosciuta, che mi ha dato un sacco e mi ha fatto crescere umanamente e artisticamente.
S: Puoi anticiparci qualcosa in merito ai tuoi prossimi progetti?
E: Per prima cosa l'album con Harold Budd. E' sempre stato uno dei miei sogni fare qualcosa con lui e quando ne ho avuto l'occasione non mi sembrava vero. Comperavo i suoi dischi da solo o con Eno negli anni '80 e '90 e mi ci sono ritrovato faccia a faccia a improvvisare, il risultato è tutto su un album. Non abbiamo toccato nulla, abbiamo solo missato, non c'era nulla da fare. Potrà sembrare immodesto ma è quello che abbiamo sentito e quello che abbiamo suonato, lui al piano e io con un portatile. C'è un remix per un gruppo metal industrial, The Maldoror Project, in arrivo nei prossimi mesi. Fanno roba tosta e interessante, c'è un sacco di ricerca, valgono, almeno per me, e quindi li aiuto. Un nuovo progetto dub con Laswell e il batterista/percussionista Karsh kale, stiamo mettendo a punto i dettagli ora ora. La colonna sonora di una nuova istallazione di Petulia Mattioli, ancora una volta a Palazzo delle Papesse a Siena ma ancora questa volta nel prestigioso Caveau e insieme a Russell Mills, l'artista che ha realizzato moltissime copertine di album, da Silvyan a Laswell, da Nine Inch nails ai King Crimson. Un nuovo album di Charged con Laswell e Toshinori Kondo è in lavorazione. Poi sto seriamente mettendo mano a un mondo di lavori che non sono mai usciti e che vorrei pubblicare e quindi ho deciso di aprire lo store sul mio sito. Non anticipo nulla però.
S: C'è qualcuno con cui hai lavorato o con cui non hai ancora fatto nulla con cui ti piacerebbe fare qualcosa?
E: Beh... a parte quelli che ti ho elencato, con i quali proseguo a lavorare ci sono molte persone con cui mi piacerebbe fare qualcosa. Bjork in primis, Jeff Mills, Buckethead, gli Slayer (ho una mezza parola con Dave Lombardo per un progetto insieme a Laswell ma non si riesce mai a concretizzare nulla, lui è sempre più occupato). Mick Harris, vorrei fare un altro album con lui. I Sigur Ros, li adoro, farei qualcosa subito con loro. Eno, Fripp, che è uno dei miei chitarristi preferiti. La lista potrebbe essere infinita perché per me ogni volta è diverso, è un evoluzione costante, un confrontarsi con altri pensieri/creatività che mi arricchisce.

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