Guided By Voices

"Non so per quanto tempo ancora riuscirò a salire sul palco ubriaco. Forse non è poi così cattiva l'idea di tornare a suonare in un garage e scrivere canzoni senza tutta questa pressione".
- Robert Pollard

Undici album e un'incalcolabile numero di EP e sette pollici sparsi qua e là per un totale di più di quattrocento canzoni, alcune delle quali già edite, altre invece ancora conservate in un solaio dentro tante valigie piene di cassette senza titolo. Dicono che ogni mattina Robert Pollard si sieda con un registratore e una tazza di caffè e butti giù una quindicina di canzoni come se niente fosse.



Discografia

Album: The fading captain series / The never ending saga: Cd single ed EP:
  • Forever Since Breakfast 12" EP (I Wanna, 1986)  
  • The Grand Hour 7" EP, ristampato nel '95 (Scat, 1990)  
  • Clown Prince Of The Menthol Trailer 7" (Domino, 1993)  
  • Fast Japanese Spin Cycle 7" (Engine, 1993)  
  • Static Airplane Jive 7" (City Slang/Recordhead, 1993)  
  • If We Wait 7" (Anyway, 1993)
  • Get out of My Stations 7" EP (Siltbreeze, 1994)
  • Hey, Mr. Soundman +3 7" EP Split con i Grifters (The Now Sound, 1994)
  • I Am A Scientist [new version] +3 7" EP (Scat, 1994)  
  • Always Crush Me 7" Split con i Belreve (Anyway, 1994)
  • For All Good Kids Live at Maxwell's, Hoboken, NJ, 30 March 1995 (autoprodotto, 1995)
  • Tigerbomb 7" EP (Matador, 1995)  
  • Motor Away / Color of My Blade 7" (Matador, 1995)
  • The Opposing Engineer Sleeps Alone 7" Split con i New Radiant Storm King (Chunk, 1995)
  • Cut-Out Witch/Rhine Jive Click EP (Matador, 1996)
  • Unleashed! The Large-Hearted Boy / Some Drilling Implied 7" EP picture disc (Matador, 1996)
  • Delayed Reaction Brats +2 Split con i Superchunk (Felaheen, 1996)
  • Official Ironmen Rally Song +3 previously unreleased 7"/CD (Matador, 1996)
  • Plantations of Pale Pink 7" (Matador, 1996)
  • Sunfish Holy Breakfast 12"/CD (Matador, 1996)  
  • Wish in One Hand 7" EP (Jass, 1997)
  • Unleashed! The Large-Hearted Boy Split con i Girls Against Boys (From Inside Dave's Garage, 1996)
  • Aim Correctly and Orange Jacket 7" Split con i Cobra Verde (Wabana, 1997)
  • Bulldog Skin US 7 (Matador, 1997)
  • Bulldog Skin UK CD5 (Matador, 1997)
  • I Am A Tree US 7 (Matador, 1997)
  • I Am A Tree UK CD 5 (Matador, 1997)
Partecipazioni, rarities:

Alcune gemme sono disperse tra b-sides, tributi e compilations varie. Citarvele tutte sarebbe un po' come dare i vestiti di un anoressico a Giuliano Ferrara…

Un po' di storia

Guided by Voices significa Robert Pollard. E' così dal 1986, anno in cui il Nostro, insegnante di scuola elementare, incomincia a registrare le sue idee sopra un rudimentale quattro piste nel suo garage di Dayton, Ohio.
"Scrivo canzoni da quando ho nove anni; probabilmente ne ho scritte circa 500. Scrivevo i testi sopra un quaderno, scarabocchiandoci sopra dei disegni. Quando scrivevo dodici o tredici canzoni, avevo fatto un album. Alcuni dischi dei GBV contengono canzoni che ho scritto in quel periodo. Anche alle superiori continuavo a disegnare bizzarre copertine di album con i testi. Cominciai sul serio quando comprai una chitarra acustica con i soldi della laurea. Nel posto in cui vivevo era difficile trovare una band originale, erano tutte cover band. Quello era il periodo in cui mio padre ordinava a mio fratello di stare alla larga da camera mia perché pensava che fossi pazzo".
Le grandi passioni di Pollard erano The Lamb Lies Down On Broadway dei Genesis, T-Rex, David Bowie, Devo, Thin Lizzy, Yes, Van Der Graaf Generator, Blue Oyster Cult e Emerson Lake & Palmer (!). "Ho sempre cercato la musica che non cercava nessuno. Cercavo una musica che fosse soltanto mia, per questo ascoltavo i Genesis perché nessun altro lo faceva".
E' l'alba degli anni settanta quando Robert si laurea alla Wright State University di Dayton e si sposa con una sua compagna di corsi e diventa insegnante di scuola elementare, una carriera motivata dal desiderio di avere tempo per dedicarsi alla sua musica come anche dal desiderio di lavorare con i bambini.
Sul finire degli anni settanta comincia a suonare le prime cover dei Cheap Trick negli Anacrusis insieme al bassista Mitch Mitchell, uno dei suoi migliori amici di sempre. Insieme i due suoneranno anche in altre bands, nata le une sulle ceneri delle altre: Coyote Call, Acid Ranch, Mailbox 86 e Instant Lovelies. Nel 1983 è la volta dei Guided By Voices (un nome che si riferisce alle voci sacre della storia del rock dalle quali Bob dice di essere stato guidato nel comporre). Con lui ci sono il fratello Jim, Mitch Mitchell, Kevin Fennel (batteria), Tobin Sprout (chitarra), ma anche altri amici e conoscenti come Ed Dwyer, Greg Demos, Don Trasher, Eric Peyton che faranno parte del gruppo a fasi alterne.
"Una volta io e Mitch tornammo a casa alle quattro del mattino completamente ubriachi e registrammo Postal Blowfish. Il giorno dopo mia moglie stava per chiedermi il divorzio."

Guidati dalle voci dell'ispirazione

"Non abbiamo mai avuto molta dimestichezza con le registrazioni casalinghe. Prima che hai piazzato tutte le cose a posto, lo spirito di quello che hai scritto è già volato via. Tuttavia quando abbiamo cominciato, nella cantina di Tobin, il quattro piste era la cosa che più s'avvicinava al suono che avevamo in testa".
Molto tempo prima di Pavement e Sebadoh, prima che diventasse un'estetica alla moda, la bassa fedeltà era per i GBV, oltre che l'unico mezzo economicamente possibile, anche e soprattutto una possibilità per preservare la mercuriale immediatezza del momento. Non si trattava dunque di una scelta etica punkettona intesa a fare maramao alla nascente era digitale, ma piuttosto il metodo più rapido per esprimere la propria ispirazione. L'EP Forever Since Breakfast e l'album Devil Between My Toes sono le prime cose ad uscire dal garage, sotto l'influenza lapalissiana dei primi R.E.M. periodo Chronic Town/Murmur: melodie frammentate, cantato sincopato e qualche strumentale dalle tinte psichedeliche. L'album, seppur valido, non smuove minimamente le acque, come non lo fa nemmeno il suo discendente (un po' meno bello) Sandbox. Dopo due anni di silenzio, la band raccoglie forze e finanze per autoprodursi Self Inflicted Aerial Nostalgia) e Same Place The Fly Got Smashed, due dischi di discreta qualità che, oltre ad alcuni esercizi di autoindulgenza, ci presentano anche piccoli capolavori quali le acustiche, beatlesiane fino al midollo, Paper Girl e Starboy; le elettriche The Great Blake St. Canoe Race e The Hard Way. "Abbiamo registrato quei dischi e ce li siamo tenuti per noi; non ne abbiamo fatto nulla, li abbiamo messi negli scatoloni".
Il 1992 è l'anno di Propeller, considerato da molti fans come il primo vero capolavoro della band. Di canzoni memorabili qui ce ne sono parecchie: Quality Of Armor, Over The Neptune, Mesh Gear Fox, Red Gas Circle, senza dimenticare gli splendori acustici di Circus World e 14 Cheerleader Cold Front, quest'ultima firmata da Sprout. Naturalmente non mancano le stramberie come Back To Saturn X Radio Report, un cumulo informe di frammenti sonori accozzati alla rinfusa senza capo né coda. Ma ormai si sa, i GBV sono anche questo, prendere o lasciare. "A Dayton nessuno apprezzava quello che stavamo facendo, così immaginai che non saremmo mai potuti uscire da lì. Visto che non piacevamo a casa nostra, ho pensato di conseguenza che a New York ci avrebbero odiati e che in Europa ci avrebbero mangiati vivi". Invece è proprio a New York che la band vince un concorso indetto dal CBGB's guadagnando un contratto con la Scat, una indie di Cleveland che dà subito alle stampe Vampire On Titus. Alcune canzoni come Wished I Was A Giant, Jar Of Cardinals, Gleemer e Non-Absorbing ci danno le coordinate: Beatles, Captain Beefheart, Moody Blues e un po' di punk, mescolati in brevi clips che non superano mai i tre minuti di durata e che sembrano registrati sopra un sottofondo di interferenze radiofoniche.
Nel 1994 i GBV vengono ingaggiati dalla Matador, sotto il patrocinio della quale esce il primo vero capolavoro della band Bee Thousand. Le idee scintillano così velocemente che l'ascoltatore si trova spiazzato di fronte a così tante intuizioni melodiche lasciate a metà, senza capo né coda. La stampa (Spin, Rolling Stone...) si accorge del disco e lo recensisce in termini entusiastici. Il disco è un vero e proprio tributo al rock inglese: echi di Beatles, Who e Pink Floyd vengono evidenziati soprattutto dall'accento inglese della voce di Pollard, del tutto naturale.
Il discreto successo underground di Bee Thousand crea dei problemi di organizzazione al maestro che tenta in tutti i modi di portare avanti di pari passo tour e insegnamento. "A volte andavo a scuola ubriaco dopo aver passato tutta la notte a registrare. Per fortuna nessuno se ne accorgeva", anzi, alcune madri erano persino entusiaste del suo modo di insegnare e del fatto che con il suo esempio spronasse i bambini a seguire i propri sogni. "Quando mi decisi a non insegnare più, pensavo che avrei perso il mio contatto con il mondo dei ragazzi. Per fortuna ho più ragazzi adesso, tra il mio pubblico". Altro capolavoro è il seguente Alien Lanes, uno strampalato collage di melodie la cui bellezza sta proprio nella falsa frammentarietà delle canzoni. A dispetto della loro brevità (mai oltre i due minuti e mezzo) e la natura apparentemente abbozzata, canzoni come As We Go Up, We Go Down, Game Of Pricks, My Valuable Hunting Knife, nascondono una struttura meticolosamente rifinita. La voce di Pollard assomiglia sempre di più a quella di Paul McCartney e a tratti sembra di avere a che fare con un bootleg di prove e scarti di studio del White Album dei Beatles. Anche i testi non sono quello che sembrano; quello che inizialmente suona come un linguaggio involuto da nerd americano, intento a camuffare le proprie inadeguatezze linguistiche, dopo un'analisi attenta, ci si accorge di un malizioso ingegno. Always Crush Me è una condanna ai test sugli animali mentre My Valuable Hunting Knife riguarda l'ossessione americana per le armi.
"Non ho mai trovato molto interessanti i testi diretti. Mi piacevano molto quelli di Marc Bolan, David Bowie, John Lennon e dei Wire. La musica deve essere emozionale, i testi non sono poi così importanti se riesci a evocare quell'emozione che ti fa sentire bene. Io scrivo le parole per come suonano, per il loro colore, per il modo in cui appaiono sul foglio". Le parole delle canzoni sono immerse nella metafora, nel mondo della fiaba con tanto di streghe, alieni, e altre grottesche figure da altro mondo, dal suo "mondo particolare".
Under The Bushes Under The Stars, registrato in un vero studio professionale, prodotto da Kim Deal e Steve Albini, segna un netto distacco dal quattro piste. Sembra che i GBV comincino a recare attenzione alla regola d'oro del pop: quasi tutte le canzoni dell'album infatti, superano i tre minuti di durata. Pezzi meno sgangherati ma comunque sempre di grandissimo livello (Man Called Aerodynamics, The Official Ironmen Rally Song, ecc. Questo é anche l'ultimo album con Tobin Sprout in formazione che lascerà il gruppo per dedicare più tempo al suo neonato e ai suoi progetti solisti. Il 1997 è l'anno di Mag Earwhig. Questa volta, oltre al solito stuff di amici e parenti che lo circonda da sempre, Pollard è accompagnato dai Cobra Verde, una (ahimé) misconosciuta band di Cleveland della quale fanno parte alcuni ex componenti dei Death Of Samantha verso i quali Pollard ha sempre dichiarato di avere una somma ammirazione. La novità di questo disco sta tutta lì: i pezzi in cui suonano i Cobra Verde sono stati registrati ad alta fedeltà sopra un sedici piste e il suono risulta di gran lunga più pieno e potente di quanto non lo sia mai stato prima; I Am A Tree Bulldog Skin e Mute Superstar superano di gran lunga i tre minuti di durata e potrebbero tranquillamente passare alla radio dopo i Foo Fighters e i R.E.M.. Non mancano comunque i classici flash semi improvvisati (Hollow Cheek, la title track e I Am Produced) e le sperimentazioni di turno (Learning To Hunt). Do The Collapse è l'ultima tappa di questo graduale percorso di avvicinamento al mainstream. Ecco allora lo stregone Ric Ocasek alla consolle, una nuova line-up e un contratto fresco di firma con la potentissima major TVT (sì, proprio quella dei Nine Inch Nails). Ad un tale dispiegamento di forze e mezzi non corrisponde però un esito qualitativo convincente. La seduzione melodica di capolavori quali Bee Thousand e Alien Lanes è solo un lontano ricordo come anche il fascino di certi suoni fatti in casa.
Pezzi come Hold On Hope e Things I Will Keep sarebbero sicuramente entrati a far parte dei classici del repertorio della band se non fossero stati appesantiti da inutili assoli di chitarra e da tappeti orchestrali da Baci Perugina. In Stitches starebbe meglio in un album dei Foo Fighters mentre Surgical Focus farebbe la fortuna dei Weezer (guarda caso prodotti anche loro da Ocasek). Anche le melodie non sono più quelle vincenti di una volta, annegate nella patina della produzione e del suono radiofonico. Sembra che Pollard abbia smarrito il suo tocco da Re Mida. Non ci sono pepite qui, ma soltanto testosteroni e ammassi di chitarre ultra prodotte.

The fading captain series / The never ending saga

All'inizio del 1999 Pollard lascia la Matador, reo di non aver calibrato, anzi di aver disperso, la sua troppo prolifica creatività. Il Nostro, che non è certo uno di quelli che soffre di blocchi creativi, continua imperterrito a sfornare dischi su dischi senza preoccuparsi minimamente delle strategie commerciali. Se non lo fa sotto la sigla Guided By Voices, lo fa a suo nome.
Not In My Airforce e Waved Out sono i primi due e ci presentano il lato più sperimentale della sua arte all'insegna del "superficiale". I fans di Pollard sanno bene che questo è un complimento. Alcune chicche infatti non mancano neanche qui (Roofer's Union Fight Song e Quicksilver sul primo; People Are Leaving, Wrinkled Ghost sul secondo), come pure i soliti frammenti sconclusionati e stramberie varie. Molto meglio è il primo capitolo della Fading Captain Series, ovvero la valvola di sfogo con la quale Pollard si diverte a pubblicare tutto ciò che non riguarda i GBV (che poi sempre di lui soltanto si tratta…). Registrato in sole due settimane nella sua casa di Dayton, Kid Marine è molto di più di un semplice divertissement tra amici. Submarine Teams si apre con strutture rimandanti ai Wire di 154 per finire sfumando con una coda strumentale simile a certi intermezzi di Tommy degli Who. Strictly Comedy, Snatch Candy e Town Of Mirrors, invece, sembrano outtakes di The Lamb Lies Down On Broadway dei Genesis; The Big Make-Over è uno dei pezzi migliori di Pollard in assoluto. Caldamente consigliato anche ai neofiti.
Ask Them, uscito sotto lo pseudonimo Lexo And The Leapers è un EP contenente sei pezzi dalle tonalità punkeggianti. Spicca su tutte il classico GBV-style di Time Machines. Tutto resto è mediocrità.
Nightwalker, altra sigla misteriosa, è una tra le cose peggiori che abbia mai sentito in vita mia. Più che di un album vero e proprio si tratta di una raccolta di stramberie senza capo né coda. A dispetto del titolo (Professional Music), qui non c'è neppure la minima ombra di professionalità quanto piuttosto un cumulo informe di frammenti sonori accozzati alla rinfusa senza il minimo pudore. Roba in grado di demoralizzare anche il più accanito dei fans. Statene tutti alla larga!
Speak Kindly Of Your Volunteer Fire Department è, per ora ma non ancora per molto, l'ultimo capitolo della saga e questa volta si tratta di un prodotto di qualità. Quindici pezzi scritti a quattro mani con Doug Gillard (geniale chitarrista di Death Of Samantha e Cobra Verde, ormai presenza fissa nella line-up GBV), registrati con l'ausilio di un otto piste. Le canzoni ci sono e sono rinvigorite da quell'efficacia melodica che, per fortuna, sembra non essersi ancora esaurita del tutto. Viene da chiedersi, a questo punto, quale disco avrebbe potuto essere Do The Collapse se Pollard avesse dato queste canzoni a Ric Ocasek.
I blowfishers (i fans dei GBV, ndr) intanto hanno già perdonano Bob e sono di nuovo pronti a mettere le mani al portafoglio. Un'altra volta ancora.

EP

Gli EP sono spesso gli esempi più riusciti dell'arte pollardiana. Su The Grand Hour, ad esempio, ci sono Shocker In Gloomtown (uno dei classici del repertorio live, coverizzato poi dalle Breeders) ed il delirio infantile di Bee Thousand, come anche i riffoni pseudo-metal di Break Even. Clown Prince Of The Menthol Trailer è forse il meno riuscito del lotto, privo di quelle melodie vincenti che invece campeggiano su I Am A Scientist, dove fanno bella figura una versione mid-fi della title track, un delicato intermezzo acustico (Curse The Black Ass Buffalo) e la stupenda, quanto brevissima, Planet's Own Brand.
Ad aprire Fast Japanese Spin Cycle è invece il siparietto vaudeville di 3rd World Bird Watching che ricorda certe parti recitative del Peter Gabriel periodo Nursery Crime. Il resto consta di alcuni bozzetti senza capo né coda, un delicato arpeggio acustico cui fanno da sottofondo un rumore di origine non identificabile (Volcano Drivers); una versione elettrica di Marchers In Orange (più tardi su Vampire On Titus) una versione alternativa di Dusted (anch'essa su Vampire) e, soprattutto Kisses To The Crying Cooks che finirà su Propeller con il titolo di Over The Neptune.
Static Airplane Jive è l'ennesimo campionario di splendide melodie beatlesiane registrate sui macinini che capitavano sotto mano (Big School, Rubber Man gli esempi più palesi). Altri avanzi di lusso sono i dieci presenti su Sunfish Holy Breakfast, tra cui spiccano If We Wait (Paul McCartney ne sarebbe invidiosissimo) e Cocksoldiers And Their Postwar Stubble, con i cori di Kim Deal in sottofondo.

In rete: www.gbv.com, il sito ufficiale.

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