Flying Saucer Attack - New Lands (Drag City, 1997)

This is phase two. Questo ci dicono le note interne del disco, scongiurando quindi le voci che indicavano uno scioglimento del gruppo, sempre derivate da mezze frasi scritte nei dischi precedenti che annunciavano "la fine di un'era": l'unica cosa che pare di capire è che per ora Rachel Brook ha lasciato la band. Dave Pearce rimane solo, ma a giudicare dai contenuti ha ancora molto da dire, e non pensa certo a concludere la sua avventura, dato che intitola programmaticamente il primo brano Past, il secondo Present, e l'ultimo Forever! Non si può però negare che, visti i territori musicali esplorati, FSA non si possano permettere un tono un pò autocelebrativo; tra l'altro è chiaro che non avranno mai, per loro scelta, un successo di pubblico tale da procurargli grandi benefici economici, quindi benvengano alcune velleità...
Così inglesi nell'essere altezzosi, FSA sono pronti per condurci nelle loro "nuove terre", popolate da tempeste di feedback, in cui si delinea in sottofondo una melodia languida ed armoniosa che ben si adatta ai duri e desolati ambienti creati a farle da sfondo. Sfondo sonico che sovrasta quasi completamente ogni altra cosa, raggiungendo la combinazione migliore in Up In Her Eyes, ultraromantica e dissonante, in cui spicca più che in altre parti il cantato sussurrato e sofferto, che ci rende partecipi di questa storia d'amore. Il tutto potrebbe svolgersi idealmente nella foresta che si trova fotografata all'interno del booklet, ovviamente scarno e minimale. Nel complesso l'alchimia rumore+melodia+emozioni porta ancora una volta ad un buon risultato: benvenuta fase due!

aggiungi il tuo parere


Flying Saucer Attack - Mirror (Drag City, 1999)

Dopo un lungo periodo di silenzio, durante il quale in molti avevano dato per scomparsa una delle più interessanti band inglesi, torna Dave Pearce con la sua creatura; questi nuovi brani si dividono in due categorie: alcuni muovono sempre nella scia del suono ormai "classico" di Flying Saucer Attack, una caratteristica che li rende unici ma anche facilmente attaccabili, in quanto la critica più diffusa e in un certo senso azzeccata è che finora in ben cinque dischi il registro non sia variato di molto. In altri però alla miscela di Nick Drake, stratificazione di chitarre dissonanti e puro lo-fi viene aggiunta una interessante novità: l'inserimento di ritmiche elettroniche.
I nuovi ritmi, amalgamati a meraviglia con l'insieme dei suoni in fase di produzione (?!), sono forse dovuti alla ben nota frequentazione con un pezzo grosso come Matt Elliott, aka Third Eye Foundation, e rendono merito a Dave di essere riuscito a trovare una via d'uscita, dopo un disco a suo modo definitivo come New Lands, soprattutto in brani come Wintersong o Chemicals, molto chiara già dal nome. Una motivazione della differenziazione dei brani può essere trovata nel fatto che (come succede spesso con FSA) ci troviamo davanti ad un insieme di canzoni composto nell'arco di tre anni. Il disco contiene molti brani superlativi, come l'iniziale Space (1999), dedicata alla serie tv, morbida e dissonante, Suncatcher, pura nostalgia nickdrakiana e tra i brani con ritmi sincopati, oltre ai pezzi già citati si fa notare Rise, in cui vengono anche inseriti dei campioni di archi, con l'effetto di ottenere un lungo mood malinconico che scorre tra fischi dissonanti, ritmiche fredde e una voce sentita e sussurrante, decisamente l'apice del disco. Ancora una volta il giudizio su FSA non può che essere positivo, soprattutto poichè l'intensità emotiva del disco si mantiene alta per tutta la sua durata, lasciando l'ascoltatore stranito e affascinato dai suoni e dai rumori provenienti da questo strano e incredibile attacco alieno.

aggiungi il tuo parere