Art Of Fighting - Wires (Trifekta/Kleingeld, 2001)
Saso - My Brain Hurts EP (Melted Snow, 2002)

Delicato. Dolce. Soffice. Melodico. Tenero. Questi gli aggettivi che mi vengono in mente ascoltando il debutto sulla lunga durata (dopo un paio di EP) degli australiani AOF. Un disco notturno, che non si accompagnerebbe male a And Then Nothing Turned Itself Inside Out degli Yo La Tengo, per via delle atmosfere simili e delle immagini che evocano. Se non siete rapiti dal primo ascolto di Skeletons, probabilmente avete dei seri problemi a livello emotivo (e chi non li ha), ma i pezzi successivi, Give Me Tonight e Akula (entrambi potenziali singoli) non possono lasciarvi freddi. Un disco che spezza il cuore, così come spezzavano i cuori i Sybil (chi c'era lo sa, recuperateli su Green Records), ma con un impronta più shoegazer, meno minimale e più ricercata (niente chitarre distorte, qui). Se avete un cuore provate a dare una chance a I Don't Keep A Record, con Peggy Frew alla voce, e a Reasons Are All I Have Left: chi sa regalare certe emozioni non è normale, assolutamente. Questo malinconico inverno avrà una colonna sonora nuova, ne sono sicuro.
Fresca fresca di stampa l'ennesima uscita su Melted Snow per Saso. Cinque tracce (una Radio Edit riarrangiata della title-track, due inediti e la Abum Version sempre di My Brain Hurts, più una ghost track) una più bella dell'altra. Di Saso sapete già cosa penso, andatevi a leggere la rece dell'album e dell'EP del debutto, due piccoli e soffici gioellini notturni che non potranno mancare nella collezione di ogni amante dello slowcore più raffinato. Supportate questo irlandese finché potete.


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