In tre sul palco torinese: Luca T. Mai, Massimo Pupillo e Yoshida Tatsuya per una serata all’insegna del jazz ore piu spastico e svirgolato, ad un passo dalla no-wave e dal noise.
I brani girano che sembrano oliati da litri di spremitura, grossi, gretti ed impossibile da fermare, come balle di fieno impazzite che ci saltano addosso. Si può soltanto immaginare l’aplomb sabaudo che va a farsi letteralmente fottere fino a rendere tutto quanti birilli impazziti in mano ad un trio in uno stato di grazia eccezionale. Ascoltando un brano come La Grande Madre Delle Bestie ritorno immediatamente agli anni nei quali vidi gli Zu al Cox di Milano per la prima volta nella mia vita, non ricordo se insieme al Teatro degli Orrori od agli Ex (li vidi infatti con entrambe le formazioni nella medesima location) ma ricordo bene quanto mi impressionarono allora. Sono passati circa 25 anni ed ancora questa cosa non mi è scesa e parto seguendo queste manfrine di sax che si stirano cinematografiche su un paesaggio meraviglioso. La cattiveria che gli ZuRuins ci sbattono in faccia è scenografica e molleggiata, più che brutalità è infatti un groove all’ennesima potenza, nel quale possiamo immaginare ogni membro perdere qualche arto a causa dei ritmi mantenuti sui brani.
La voce folle di Yoshida regala brio e colore, facendosi rincorrere in maniera impazzita e perfetta da Luca e Massimo. I brani sono stipati uno dietro l’altro, in maniera continua tanto che all’ascolto il disco sembra essere una vera e propria raffica e mi immagino che tipo di temperatura possa esserci stata all’interno della platea torinese. Nessuna concessione, un suono personale declinato quasi come fossero colonne sonore per cartoon mandate in fast-forward e rimpinzate di adrenalina e follia pura. Una musica che, credo, si potrebbe percepire anche in mute osservando le espressioni del trio intento a macinare brani della loro carriera portandoli a diventare un impasto gommoso e brillante che tutto ingloba ed assimila.
La chiusura non poteva che essere di Solar Anus, mosse decise e dirette per incastonare in nostro buco del culo con materia incandescente, preparandoci a ballare per le ore seguenti come Speedy Gonzales sotto ectasy. Se pensiamo che tutto questo sia fatto con una batteria, un basso ed un sassofono beh, non credo di avere più parole a riguardo.
Long life Zu, Yoshida sempre tantissima roba, grazie Torino, grazie Alessandro Gambo, grazie Jazzisdead, grazie Subsound.
ZuRuins – Jazzisdead Live (Subsound, 2025)
