Accantonati i suoi Oxbow, Eugene Robinson continua la strada che lo porta ad affiancarsi di volta in volta a un nuovo compagno d’avventura. Dopo Philippe Petit è ora il turno di Jamie Stewart e dei suoi Xiu Xiu, ma in realtà il discorso musicale non si discosta molto da quello del lavoro composto col francese: siamo a metà fra musica e teatro, con Robinson ad occuparsi della voce e l’altro della musica.
23 brani per lo più brevi, se non brevissimi, col picco dei 3′ 26″ di Sex + Cash, ma con la maggior parte che non supera il minuto e mezzo, all’insegna del più totale eclettismo musicale, fra raffinate orchestrazioni per organo e archi, field recordings, elettronica suadente ed altra decisamente più sparata, sull’onda degli ultimi Xiu Xiu. Tutto questo fa da base alle incursioni vocali di Robinson, che da vero istrione dà sfogo a tutto il repertorio di moine, urla, lamenti, declamazioni e recitazione su vari registri. Nonostante l’illusorio inizio, con l’emozionante The Primary Bell, siamo ancora una volta al cospetto di un disco di stampo teatrale, più adatto a una fruizione col libretto dell’opera sotto gli occhi che non al puro ascolto, ma rispetto al lavoro con Petit viene dato leggermente più spazio alla melodia, concedendo all’ascoltatore qualche momente di piacere in più. Brani come Sad Snowy And Slick, col suo cantato retrò e straniato, i blues sofferti delle brevi Promise Every Night e Dollars In Demand, i 20 secondi cantilenanti di Glass, quasi tutti concentrati oltre la metà, contribuiscono a rendere un po’ più digeribile un disco in cui il lato musicale, sebbene curato e di qualità, è secondario rispetto alla parola. Probabilmente dal vivo, magari in teatro, farebbe tutt’altra figura.