VVAA – In The Constellation Of Libra (Hellbones, 2022)

Arriviamo appena in tempo, prima che questo disco compia un anno, pubblicando la recensione entro i limiti del 2022. In The Constellation Of Libra è stato uno dei primi lavori usciti su Hellbones dopo il putiferio seguito alla realizzazione della compilation anti-politicamente corretto …O Sarai Ribelle O Non sarai!, e quale miglior modo di tornare sulla scena se non con un lavoro dedicato alle imprese di Donato Bilancia, lo spietato assassino che, sul finire degli anni ‘90, uccise 17 persone tra la Liguria e il Piemonte? Quando si dice “toccarla piano”…
Il tema del serial killer ha, in ambito post-industriale, padri nobili coi quali è impossibile non fare i conti – Whitehouse e Slogun, giusto per dirne un paio – ma qui generalmente l’approccio è meno brutale e la struttura più narrativa, per quanto non cronologica, con un capitolo assegnato ad ognuno dei partecipanti. Soprattutto il taglio, contrariamente a certe opere dei sopra citati progetti, non è per nulla morboso: la materia viene esposta senza compiacimento né giudizi morali, semplice constatazione che il male esiste nel quotidiano e, in un modo o nell’altro, bisogna farci i conti. La musica, lo avrete intuito, è figlia dell’industrial nelle sue varie sfaccettature, dai battiti metallici e stridenti, un po’ alla Test Dept., di SKR Project e Kapalika, all’ostica sezione centrale di ambient cupissima e paranoica a cura di Secrezione Post Traumatica, My Right Of Frost, Stefano Bertoli, FAZN e Giovanni Leonardi. Spiccano poi Wurt Organum, che non teme di confrontarsi coi maestri su terreni più rumorosi, la bolla d’inattesa quiete evocata da Lele Synth e il drammatico EBM di Drakos Klan. Chiudono il cerchio gli azzeccati campionamenti di cronaca su base industriale di Dan PK e Rapace e la toccante Lullaby di (Dead) Flowers Under Ruins.
Viene da interrogarsi sul senso di una raccolta del genere: al di là del fattore meramente musicale – nulla di rivoluzionario ma nel complesso livello più che buono, con qualche picco notevole – che senso ha, oggi, una compilation dedicata a un serial killer, un personaggio indifendibile, privo anche del perverso fascino di alcuni suoi “colleghi”? La risposta potrebbe essere, in realtà, una nuova domanda che si interroghi sul senso di una cultura industriale sempre più incapace di sopportare le contraddizioni, quando, in origine, uno dei suoi intenti, era quello di decostruire i codici del linguaggio, e della comunicazione e di porre questioni (e cercare risposte) complesse. Per tornare quindi a In The Constellation Of Libra, un personaggio come Donato Bilancia, narrato ed esposto senza sconti in molte delle tracce proposte, merita, oltre all’esposizione dei suoi crimini, l’empatico lirismo di Inside The Shell di Lele Synth o la sentita ninnananna funebre di (Dead) Flowers Under Ruins? Cominciare a chiederselo sarà già un passo verso il ritorno allo spirito originario e a una maggiore, e quanto mai necessaria, apertura mentale.