Vulcani in pace – S/T (Freecom, 2024)

Molto dipende da dove si inseriscono musica e parole, spesso.

Per la mia conoscenza le canzoni di Marco Parente si sono spesso librate in aria mentre in Vulcani in pace, questo nuovo progetto condiviso con CATTANEO, ci si ritrova sott’acqua inizialmente, un vulcano bonario alla vista ed una scultura, quella di Jason deCaires Taylor in copertina, quasi a suggellare un Unione di intenti e di elementi.

Ma non è tutta armonia ciò che è in equilibrio, considerando come Fin qua tutto bene sembri un’ossimoro sibilato nervosamente. Placidi sembra di sentire le parole di Marco saltare a rimpiattino su ninfee precisamente posizionate da CATTANEO. Rintocchi evocativi mentre l’acqua si trasforma in brina, quasi in quella neve attesa come La pace sopra ai tetti, parole come una fiaba e tintinnii. Poi Oh Umanità, piccolo capolavoro citazionista fra Laurie Anderson ed Herman Melville. Marco Parente e CATTANEO si sono trovati e si rintuzzano l’uno con l’altro, spingendosi a volare sempre più in alto per perdere peso e gravità, nuotando fra le nuvole. Delicatezza ed incanto, pudore insuperabile come il muro di Berlino per finire nella pace, anzi nella Peace. Il finale è tanto delicato che il raddoppio di Amore Accanto con il remix di Taketo Gohara è un bellissimo regalo, in fondo ad un album delicato ed intimo, da tenere con riserbo e condividere con chi si vuol bene.