Vivienne The Witch – Shadowbox (Taxi Driver, 2016)

La vecchiaia sopraggiunge quando un genere musicale esploso nella propria giovinezza ritorna sotto forma di revival? Può essere. Considerando che mi sta capitando ormai per la quarta o quinta volta, tra corsi e ricorsi, dovrei essere decisamente pronto al trapasso. Scherzi a parte, questo power trio tutto femminile rimanda direttamente a quella trasmigrazione di artisti che dal magma primordiale delle riot grrrl si fludificò nella sofisticata raffinatezza di Babes In Toyland, Sleater Kinney e, perché no, nonostante il paradosso temporale anche Throwing Muses. Il rock della band perugina è delicato e raffinato, permettendo al cantato, praticamente in primo piano, di emergere senza sfigurare nonostante la totale anglofonia dei pezzi. Gli arrangiamenti dei brani hanno quelle sporcature chitarristiche caratteristiche del grunge americano dei primi anni novanta, ma consentendo comunque alla struttura del canzone di mantenere una certa grazia armoniosa per l’appunto femminile. Che il rock sia femmina quindi. Sempre e comunque. Oggi forse più che mai.