Viviankrist/La Furnasetta – Noise For All Genders (Taxi Driver, 2022)

Altro split tape per La Furnasetta, stavolta in compagnia della giapponese, di stanza in Norvegia, Viviankrist che già lo scorso anno era uscita per Taxi Driver e che può annoverare anche una pubblicazione per la prestigiosa Cold Spring. È proprio lei ad aprire le danze con quattro brani che assemblano con mestiere intransigenza e fruibilità. Così, se scavate sotto al rumore di Creation Of New Generation, trovate una tenue ma piacevole melodia, se fate uno sforzo di immaginazione potrete tenere insieme il rock in dissoluzione di Dynamism For Passion, mentre gli ultimi due brani giocano sul contrasto fra spipoli e rumor bianco (As Human Being) e chitarre pese e ritmi technari combinati con  synth (Possibilty). Nel complesso la musicista mette insieme comunque un bel po’ di rumore, tanto che La Furnasetta, sull’altro lato, rischia quasi di far la figura di musica carina, almeno per quel che riguarda i due brani finali, fra noise e ambient sporco, piuttosto accessori, mentre l’inizio è invece appannaggio dei ritmi quasi EBM che scuotono Born Against e del recitato su synth e rumoracci della meritoria dedica al Rambo de noartri di A Requiem For Mark Gregory. È però il brano che lega queste due metà a destare il maggior interesse, una riproposizione di Via Broletto di Sergio Endrigo, recitata con intensità da Alice/She Spread Sorrow, con la collaborazione musicale di Silvia Cignoli e intessuta da estratti del film Le Mura Di Malapaga di Jean Gabin. Trattasi, per chi non la conoscesse, di una magistrale murder ballad all’italiana, qui resa in uno stile fra il poetico, il situazionista e l’artigianato sonoro che potrebbe essere un estratto dalla colonna sonora di qualche film del Pupi Avati più esoterico. Ma al di là di questo, è un brano che riporta La Furnasetta sui binari contorti che le si confanno e che conducono alla creazione di salutari cortocircuiti; uscisse da ristretto giro para-industriale, al momento il maggior limite del progetto, costerebbe sicuramente al (sempre meno) misterioso autore la costante presenza di un picchetto spaccacazzo del #metoo sotto casa – dimostrazione che l’arte richiede sofferenza – ma metterebbe il dito in una piaga che avrebbe un gran bisogno di sanguinare.