Vitas Guerulaitis – S/T (Cheap Satanism, 2011)

vitasguerulaitis

Tempo fa (quando? boh!) l'avrebbero chiamato art-rock, per dare un nome a certi ritmi sghembi e a voci storte e urticanti e un approccio alla forma canzone sostanzialmente schizofrenico, benché in qualche modo riconducibile ad una visione rock e/o punk. Metti ad esempio i Pere Ubu, o, in tempi più recenti devo aver letto una definizione simile per i Deerhoof. Questi Vitas Guerulaitis, nome mutuato da un mitico tennista, sembrano inserirsi abbastanza naturalmente in questo filone, aggiungendo chitarre dissonanti e voci maschili e femminili, perlopiù sgraziate le prime, con qualche accenno di melodia le seconde.
Il gioco sembra essere quello di rompere il pezzo non appena questo rischia di diventare troppo dritto e scontato, creando una sorta di sbandamento e cercando forse di stupire l'ascoltatore, oppure di risultare in qualche modo provocatori. Pur avendo ascoltato tonnellate di roba simile, anzi, forse proprio per questo, trovo che il gruppo quando non cerca la follia a tutti i costi sia estremamente più apprezzabile, d'altra parte però senza le parti più schizzate mi troverei forse a scrivere del solito gruppo indie/noise/rock. Dove sta la ragione? Qualcosa mi dice che Vitas Guerulaitis ha comunque vinto questo set a prescindere (tra l'altro a causa del nome che si sono scelti sarò circa il duemillesimo idiota che termina una recensione del loro disco con una metafora tennistica, dovevano pensarci prima, dico io eh!).