Video Diva – Inetticho (Autoprodotto, 2009)

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Per quanto non sia bello identificare un gruppo con uno di quelli che ne fanno parte a volte è necessario ed aiuta ad attirare l’attenzione dei curiosi, ragion per cui diciamo che questo è l’altro gruppo di Davide Valecchi, qualcuno di voi forse avrà sentito come Aal (ha fatto uscire materiale su Afe e Elk Mind e mi piace parecchio) e che ha collaborato a più riprese con Punck e Logoplasm. In ogni caso fatte le dovute premesse, il genere ha ben poco a che fare con Aal se non per una vena wave di fondo, ma ad ogni modo si tratta di poca cosa. I Video Diva sono toscani e si sente davvero tanto, infatti si tratta di elettro-wave vagamente goth (ma quanti termini conosco, insomma non sono meglio di Giampiero Mughini?): cantato in italiano, chitarra, basso, voce e batteria elettronica squadratissime. Per quanto molti di voi associno la toscana al Granducato HC o al più alla Wide, credo non sia un mistero per nessuno che si tratti della culla della new wave e del dark per quanto riguarda lo stivale ed i Video Diva trovano molti referenti anche da quelle parti, quindi immagino che possano ricordare una specie di frullato di Pankow, Diaframma, primissimi Litfiba (per quanto riguarda gli ultimi due completamente trasfigurati in modo elettronico) anche se vuoi per il cantato, vuoi per certi passaggi di elettronica (solo alcuni) il primo nome che mi è venuto subito in mente in realtà è stato quello di Giovanni Lindo Ferretti, non tanto con i C.C.C.P. o con i C.S.I. ma più per il suo disco solista Codex (che viveva di momenti alterni, ma che ogni tanto trovava un Bernocchi in piena forma). Quattro tracce con una buona resa, anche se molto orientate ad un pubblico di settore e con una produzione ascoltabile anche se non ancora pompata al top, ma si tratta di un mini quindi direi che il risultato complessivo sia decisamente buono. Il cantato è credibile e non è da poco anche perché spesso cloni di questo tipo di cantato alla Ferretti/Fiumani/etc finiscono per risultare un po’ goffi.