Due nomi che di certo non hanno bisogno di presentazioni quelli di Ken Vamdermark e Terrie Ex, che con il nuovo Scaffolding mostrano come nelle loro mani il concetto di musica istantanea raggiunga spesso punte di visceralità che non possono lasciare indifferenti. Una delle prove più lampanti in questo senso sono sicuramente i Lean Left, quartetto che oltre ai nostri comprende gli altri due noti ribelli Andy Moor e Paal Nilssen-Love, con cui hanno messo a segno alcune delle prove più interessanti di impro radicale degli ultimi anni, mostrando come riversare con attitudine punk la tensione intellettuale in cruda espressività.
Dal muro di suono a quattro stavolta si passa al duetto, dove i tratti diventano più scarni, mantenendo però sempre una necessità di giocare con il qui e ora sviscerandolo frontalmente. Un approccio forte del gioco di lettura reciproca che imbastisce un percorso di sospensioni e nevrosi ben calibrato. Nella lunga tradizione dei duetti avant, Vandermark e Hessel si esprimono del resto con molta personalità, mettendo sul piatto senza alcuna reticenza tutta l’intensità di cui sono capaci: tecniche estese di sassono e chitarra che si cercano e collimano tra scorticature massimaliste (Fixed Length Pelican), spesse rarefazioni (Instant Extant) e continue incrostazioni nervose (Another Good Idea).
Un lavoro che vive nell’irrequietezza di scatti scheletrici e timbriche elettroacustiche con la giusta capacità di saper dilatare il suono al momento giusto, mantenendo però lo sguardo costantemente attento e inquieto. Sintetico e a tratti fulminante, gestito con una tecnica nota e lodevole, Scaffolding si ciba ferinamente di quell’attitudine che in questi contesti, a volte, rende le cose più interessanti. Questa è una di quelle volte.