Uncode Duello – Tre (Wallace, 2009)

Xabier Iriondo e Paolo Cantù sempre più coinvolti in un ritorno alle origini, o meglio, diciamo che il “bat duo” ha seguito un percorso piuttosto molto “naturale”, infatti se si può dire che i primi Uncode Duello potevano rappresentare un dopo A Short Apnea più morbido e più rock, con il secondo disco quest’ultima componente prendeva sempre più piede, ma ora è più che mai conclamata. Nel complesso credo che questo ep di circa venti minuti per cinque tracce rappresenti il meglio fino ad ora sfornato dal gruppo, certo alcune tracce d’impatto c’erano anche prima e si trattava di lavori di tutto rispetto, ma questo lungo mini lp suona bene sia preso nei singoli episodi che nel complesso.
Produzione splendida e suoni extra strong o molto particolari cosicché tutto spinge a dovere quando serve oppure spiazza fra giochetti fatti durante il mix o filtri infilati qua e là con molto mestiere. A tratti mi è sembrato che gli Uncode si fossero ArabOnRadar-izzati ma resta che fra campioni vocali, strumenti a fiato, filtri elettronici come parallelo non avrebbe molto senso ma a tratti la sensazione c’è. Per altro l’episodio di chiusura è affidato ad un lunghissima traccia elettro-acustica che a qualcuno potrebbe portare alla mente dei Jackie-O Motherfucker in combutta con un Alexander Tucker solo più seventies. Gran bel disco e di facile ascolto, forse anche in virtù della durata ed a ciò va aggiunta una grafica splendida in cartoncino super lusso. Un ritorno al rock senza per questo andare sul banale o senza comunque voltare le spalle ad un percorso che visto dalla terza tappa del viaggio sembra ancora molto coerente.