Ty Segall – S/T (Castle Face, 2008)

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A volte è meglio tornare indietro, ma farlo davvero, senza tentare la strada della reinterpretazione in chiave moderna: niente paura, in questo disco non troverete gruppi finto pop anni '80, oppure finta new wave, oppure finto folk, oppure finto _ _ _ _ _ _ (in modo da rendere questa recensione duratura nel tempo, aggiungete voi l'ultimo recupero di sonorità del momento pompato da tutte le riviste). La ricetta di questo disco non è complicata: prendete le spiagge della California, aggiungete Roy Orbison, le tavole da surf, il punk (quello "primitivo") e una atmosfera da junkie che piacerebbe ai Royal Trux: insomma, il rock and roll.
Ty Segall, Questo californiano del sud, all'esordio su disco dopo due cassette e con alle spalle un passato nel punk, si suona tutto da sé (batteria minimale, chitarra e voce): con una dozzina di canzoni registrate probabilmente nel cesso di casa sua, in modo da garantire ben più di una patina di bassa fedeltà, Ty ci mette nel bel mezzo di un viaggio nel tempo che abbiamo già fatto tante tante volte, ma anche se non aggiunge niente di nuovo alla ricetta le canzoni sono azzeccate, l'atmosfera è genuina, tutto è sfocato ma mai fuori posto, i surfisti ci appaiono più sdraiati e fatti sulla spiaggia che non in mezzo alle onde, pure la cover dei Ramones non stona… il risultato è più che gradevole.
A volte un piatto "classico" e cucinato bene è la miglior cosa.