Ty Segall – Love Rudiments (Drag City, 2024)

ty segall

Che Ty Segall abbia molte più frecce al proprio arco di quanto ci si potesse aspettare è una circostanza ormai pienamente assodata: dal garage punk degli inizi, passando per la psichedelica sofisticata di First Tast e al vibrante tocco acustico di Hello Hi, e fino allo psych rock con venature synth fuzz di Hatmonizer e alla composizione della colonna sonora per il documentario Whirlybird. Ogni singolo lavoro ben marchiato con riconoscile personalità e gusto compositivo. Ora, a qualche mese dalle canzoni dall’acclamato Three Bells di gennaio, ecco che il Nostro ritorna in una veste inusuale quanto inaspettata, come a voler aggiungere un ulteriore elemento a una paletta di possibilità espressive che sembra ancora ben lontana dall’essere completata.
Un disco strumentale per sola batteria, arricchito da essenziali quanto efficacissime armonizzazioni ottenute con un armamentario di vibrafono, xilofono, e-drums e percussioni, che proprio nel titolo richiama il suo primordiale quanto inesauribile amore per la ritmica. Del resto, come Segall ha specificato in diverse occasione, la composizione dei suoi brani parte molto spesso proprio dal groove e non c’è nulla di meglio per capire l’importanza che riveste questo elemento nella sua pratica creativa se non ascoltando proprio Love Rudiments.
Quattro tracce che assemblano al loro interno diversi snodi tematici, creando flussi che con un ottimo senso della transizione e del dosaggio tensivo sanno cambiare scenario ricomponendo con estrema naturalezza sapori differenti. Dal rock a umori jazzati che poi traghettano verso tematiche poliziesche, passando per ritmi caraibici e frantumi di elettronica basica dal sapore sci fi; e ancora ottimi passaggi intarsiati di cantilenanti melodie ridotte all’osso eppure irresistibili, tagli thrilling da spy fiction e nondimeno visioni weird e fraseggi di oggettistica a fare strani contraltari elettroacustici.
Un lavoro molto interessante e confezionato con un perfetto senso del timing narrativo che fa capire quanto Ty Segall sappia fare molto con poco, e soprattutto in modo tanto brillante da risultare magnetico.