Con colpevole ritardo ci occupiamo dei Twenty Miles To Mother gruppo che, nato dalle ceneri dei salentini Suburban Noise e dopo aver inciso un demo massacrato su altre webzine di rock italiano (la voce non era sufficientemente "maschia", c'era scritto), ci prova con un debutto 7” one side in vinile in edizione limitata a 200 copie. Due pezzi due che lasciano il segno, ascoltati così a bruciapelo e che sembrano catapultati fuori dal tempo, da un suono tipicamente anni '90, fatto con perizia e gusto. Sarà un genere anche invecchiato, ma ciò non è certo colpa loro, anzi magari di qualche giovane che ci prova a reinventarlo, arrivando al risultato opposto in termini di spontaneità. Si inzia con la chitarra circolare di Bus, un post punk di scuola June of 44, per poi approdare alla melodia e a quel cantanto monocorde che tanto ci ha fattto apprezzare gli Sprinzi. Quella terra è sempre stata fertile, sembra. Non proprio gente alle prime armi quindi: il suono è maturo, eseguito da chi ha fatto di band come Braid o Boys Life un vero culto. Purtroppo per noi i pezzi finiscono quasi subito. Prendere o lasciare: se ancora oggi tutte le band di cui sopra hanno per voi un valore aggiunto (e infilateci pure dentro Eversor e Texas Is The Reason, naturalmente), non prestare un minimo di attenzione a questi TMTM e alla passione che si percepisce in ogni nota, è davvero un peccato.