Con un po' di ritardo recuperiamo questo disco d'esordio dei True Widow, la nuova band capitanata da Dan Phillips, ex Slowride, che ha abbandonato per un po' il Texas a favore del freddo Massachusetts. Saranno state le temperature polari a farlo tornare presto a Dallas con questo nuovo progetto col freno a mano tirato, che in qualche modo coniuga certo slowcore di marca tipicamente americana con qualche strizzatina d'occhio allo shoegaze, aiutato dai vocalizzi della bassista Nikki Estill (Duelist). Nulla di nuovo sotto il sole, direte voi: il concetto di vedova che non si risposerà mai però evoca un senso di solitudine e nostalgia che questo suono riesce a rendere molto bene, virando da atmosfere quasi sussurrate ad altre decisamente pesanti, ai limiti dello stoner, senza mai rinunciare ad una lentezza di fondo, quale denominatore comune di ogni pezzo. Sunday Driver o Corpse Master sono brani che avrebbero scritto i Dead Meadow sotto morfina. Vengono in mente tanti nomi, un altro buttato lì, i Gregor Samsa meno dispersivi e più grezzi che provano in mezzo al deserto. Prodotto da Pence Matt (Centro-Matic, Slowride) True Widow è un esordio lodevole ed è forse è una delle poche volte che a definire il genere è la stessa band, che così evita di mettere in difficoltà il recensore/intervistatore di turno. Alla domanda “Come descrivereste il vostro sound?” la risposta non potrebbe che essere più chiara: stonegaze.