Bristol e’ proprio cosi’.
Una citta’ che sembra in dormiveglia, a volte da’ l’impressione di autocompiacersi del suo glorioso passato, che non abbia piu’ una gran voglia di mettersi in gioco e di rischiare, di essere un punto di riferimento culturale per tutta l’Europa e non solo. Certo sono passati i tempi di “Pantaloni rossi”, il celebre sindaco che ha portato tanti eventi e finanziamenti per la cultura ma anche tanti debiti per le casse comunali. Poi il Covid e i lockdown hanno aggiunto un carico da 90 a tutto.
Il sottobosco bristoliano pero’,che conosco e frequento da un decennio ormai,ha sempre una vivissima fiamma sotto la cenere apparente.
Ed ecco In poche ore,nel weekend ma non solo, tre autentiche bombe.
Due annunciate da tempo, una piovuta dal cielo all’improvviso.
Si comincia da questa. Marzo 2025 l’uscita “fisica”, digitale invece gia’ da ora.
Il lost album di Smith & Mighty, signori miei, cosi’ di botto, nella mail box tra una notifica di Bandcamp e un invito a sposare(errore grammaticale, sta per “spesare”…) donne affascinanti dell’Est Europa che mi vogliono a tutti i costi(miei).
E non poteva che essere affidata alla… mighty Bristol Archive Records, la memoria storica musicale della citta’ con le sue fantastiche compila sui pionieri di ogni genere.
Siamo tra il 1985 e il 1992,Bristol caput mundi o quasi.
Senti che croccantezza di suono, di idee, di trovate, di collaborazioni… buon viaggio(ne)
Ma torniamo pure al presente.
Jabu, non certo un nome nuovo o sconosciuto dell’underground del sud ovest inglese, fa un altro centro col nuovo album. Il trip hop del 2024 sono loro tre,non c’e’ dubbio. Al primo ascolto pare un disco “normale”, poi sara’ che li conosco bene anche per il loro incessante lavoro con la tape music e con strumenti autocostruiti, ad ogni nuovo ascolto appaiono un sacco di particolari nuovi ed affascinanti.
Classico disco che metti oggi nel giradischi e lo togli tra mesi. Con grande fatica.
Miguel Prado Casanova non e’ ovviamente bristoliano di nascita, con quel cognome. E’ qui da parecchi anni e tra un assalto sonoro e l’altro specie col progetto Harrga trova il modo di produrre uno dei piu’ bei dischi di sempre di Lucrecia Dalt ,di portare avanti collaborazioni personali ma anche il suo progetto solista Nzumbe.
Qui siamo veramente al di fuori da ogni definizione di tempo e di spazio.
Potrei dire “Coil” ma non lo dico. Pero’ al quarto ascolto ero proprio sulla strada dove Jhonn Balance
Prendetelo a piccole dosi questo disco, poi lasciatevi travolgere.
Un solidissimo candidato a disco dell’anno in molte liste di musiche”oltre”.