Tiziano Milani – Music As A Second Language (Setola Di Maiale, 2006)

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Vera sorpresa quella di Tiziano Milani, per una serie di casi della vita nel giro di pochi mesi passo dal non averlo mai sentito, al sentirlo nominare in toni totalmente positivi ed a constatarne la bravura. Dato che credo che per moltissimi risulti un illustre sconosciuto, va detto che il suo nome è stato conosciuto da qualcuno grazie al fatto che nel primo disco di Claudio Parodi su Extreme (quello ispirato ad una istallazione/composizione di Alvin Lucier), il campionamento base da cui parte il Ligure è preso proprio da Milani (i ben informati mi dicono che anche nel prossimo il nastro magnetico partirà nuovamente da un suo campione). I dischi di Milani sono una vera sorpresa e questo Music As A Second Language dello scorso anno è molto più maturo di molti musicisti dopo anni di carriera. Bene o male si tratta di elettronica mischiata a molta musica contemporanea o forse meglio dire che è contemporanea in veste elettronica? Al di là delle definizioni la particolarità di questo disco è che nonostante la profondità ed il rigore della musica non parliamo di un lavoro "glaciale". Tonalità notturne che proprio per le atmosfere forse hanno condizionato la scelta stessa di Parodi dato che se per Milani non si parla di drone a tratti poco ci manca. Paesaggi ricchi di suoni, glitch e suoni (campionati? Suonati?) di strumenti a fiato, vibafono che fluttuano nell'aria con un'idea di sospensione che volutamente o no è figlia di gente come Feldman o Scelsi (tanto per dire i primi due nomi che mi vengono in mente). A tratti notturna come certo jazz evoluto e smantellato della sua impalcatura e dei suoi bpm originari, a volte elettronico in modo mitteleuropeo, materiale che giusto per dare delle coordinate sarebbe potuto uscire su Mille Plateux o su Touch. La musica di Milani si sposta nel vuoto e se anche a tratti si giochi fra apparenti dissonanze/disarmonie scava come il rasoio ed i denti di Antony Hopkins fra le carni dei due poliziotti che lo sorvegliano. Tanto di cappello a Giust che dimostra per l’ennesima volta di essere un jazzista fuori dai ranghi o di non essere un jazzista e di essere più semplicemente "fuori dai ranghi" a tutto tondo, ma non servono portfolio particolari per dischi come questo, basta ascoltarlo, tutto quello che serve sapere e non sapere è congelato nelle cinque "interazioni" in cui è diviso questo disco. Il disco si può richiedere a Setola di Maiale o direttamente a Milani: Milani.tiziano@libero.it, spero che ne rimaniate sorpresi piacevolemte come me.