I the Twerks, rodata band di Sesto San Giovanni, torna sulla traccia con nove nuove canzoni dopo due album ed un ep che ne hanno consolidato la fama. A private display of trouble è un perfetto viatico alla causa, con un mix tra rogheroll, power pop e punk che si incastrano leggeri e spigolosi. I brani entrano in testa e picchiano, stufando letteralmente fra rabbia ed entusiasmo. Il groove non manca e le voci sono squillanti e decise al punto giusto, tanto che praticamente ogni brano potrebbe essere un potenziale singolo nella testa di ogni giovane sconvolto che provi ad azzannare un po’ di musica d’altri tempi, incisa su un lato di un vinile bianco immacolato ed al massimo passibile di un trasferimento in un walkman lercio per condividerla con amici e partners, corando gli intrecci vocali girl/boy in maniera mediocre come si compete ai fans. All’ascolto del disco vi troverete sommersi di freschezza, muovendo il piedino e sistemando il ciuffo, scuotendo le spalle nei peggio balli. Potenzialmente super radiofonici ed appetibili per chiunque, dai 6 ai 75enni potrebbero sorprendere molti. La Venti3 inizia col botto e quella vecchia volpe di Stefano Gilardino cala subito un bell’asso, lercio il giusto e foriero di ricordi, sudore rabbia ed entusiasmo.
Il canto strascicato di Stolen Art colpisce al cuore e Deceit chiude né migliore dei modi, impeto, cazzimma e l’impressione che il tempo riesca a sorprenderci rimanendo goloso di nove fottute madeleines con le quali zozzarci barba e camicietta.