The Sword – Warp Riders (Kemado, 2010)

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Il revival è una questione delicata e, molto spesso,spinosa da trattare. Da qualsiasi parte lo prendi o lo rigiri, prima o poi qualche aculeo te lo devi togliere. Tra tutti quelli che mi vengono in mente l'unico che abbia decollato appieno è stato quello garage rispolverato con successo almeno venti se non trent' anni fa. Saranno almeno cinque anni invece che è toccato alla riesumazione del metal anni ottanta. Genere che senza ombra di dubbio non è riuscito a tenere il passo con i tempi, tirando la corda già solo riascoltando i classici. E' dura quindi reinterpretare qualcosa che ha il fiato corto sui libri di testo. I texani The Sword, tra i più riveriti di questa nuova/nuova ondata stoner doom, rientrano perfettamente nella poco ambita categoria,occhieggiando di album in album con iconografie che variano dal mitologico impellicciato allo spaziale "Urania" (come in questo caso). I pezzi si susseguono senza soluzione di continuità segnalandosi soprattutto per il totale anonimato e, purtroppo, dispensando la stessa totale mancanza di fantasia anche nel rifferama che, pietosamente, cerca di snodarsi come può, allungando l'occhio su bignamini di Michael Schenker quanto di Metal Church. La voce di J.D. Cronise è talmente poco virtuosa da rasentare lo zero in schedina. Sarebbe una pub band più che dignitosa, se vi basta la cosa.