E’ una bella cover dove campeggiano cerchi concentrici colorati come lo spettro della luce ad introdurmi nel mondo dei Letter Yellow. Il trio di Brooklyn (del quale un terzo è anche parte dei Live Footage, già recensiti qualche tempo fa) esplora le strade di New York con canzoni che parlano di incontri, aspettative, rush hour, té solitari presi in piccoli café mentre si compie l’immaginario del freddo nelle strade, sguardi incrociati nel camminare veloce verso una destinazione. La folla della Grande Mela non si ferma quasi mai e il beat di Walking Down The Streets cattura questa frenesia diversificandola ottimamente – I Got You è una perla quasi ai livelli dei singoli-capolavoro del compianto Jeff Buckley, Changed pare uscita da The Bends dei Radiohead a cui va aggiunto il folk quasi southern rock di Hold Me Steady o la scura ballata I Can’t Get A che evoca le cose più riuscite dei Counting Crows o, ancora, Hope Street, come l’omonima via che attraversa Brooklyn e che sembra uscita dalla colonna sonora di Shaft The Detective e sa di black groove 70s con i suoi synth e basso prepotente -. Questo disco è un ensemble particolarmente eclettico come la melting pot a cui è dedicato quasi come fosse un concept album sulla ‘città che non dorme mai’, un meraviglioso dipinto, una perfetta descrizione minuziosa, un gran racconto a puntate, un film d’amore dove l’amata è New York e che ha il potere di farla immaginare a chi non c’è mai stato e ricordare a chi l’ha vista.