Tanake – 3ree (Fratto9 Under The Sky/Ebria/Nipa, 2007)

tanake

Mi sono avvicinato al disco dei Tanake in modo molto curioso ma allo stesso tempo circospetto, la ragione stava nel fatto che pur avendo avuto modo di vedere un loro bel live non so più dove e quando, ero anche rimasto poco soddisfatto dal loro primo cdr e non perchè fosse brutto, anzi, aveva i suoi bei momenti, ma mi sembrava un po’ sfocato ed un po’ acerbo. L’esercizio ed il tempo però fanno miracoli ed il disco dei Tanake non smentisce questa regola. Innanzitutto la registrazione è adeguata ad un gruppo del genere e poi i toscani rispetto al passato sembrano quasi sviluppare quello che può addirittura sembrare il telaio di una struttura. Non fraintendetemi, a loro modo i tre toscani sono sempre parecchio “free”, ma azzardiamo che si potrebbero inserire idealmente fra I/O ed i loro conterranei Starfuckers/Sinistri. Questa collocazione fittizia è dovuta al fatto che con i primi condividono oltre che le etichette ed una certa fisicità anche un vagito di forma, con i secondi il fatto di lasciar intere parti del dialogo oscurate. Come dicevo, trovo che le tracce più riuscite di questo lavoro dei Tanake siano quelle dove finiscono per sembrare in fase di messa a fuoco, mentre le parti free sono buone ma non hanno mai particolari picchi che le differenzino da altri gruppi dello stesso ambito, invece le fasi in cui si muovono autisticamente su una linea, in cui sembrano cercare di accordarsi, creano una tensione interessante (i pezzi uno e quattro ad esempio). Il disco rimane sempre concentrato su tonalità fosche ed a tratti addirittura plumbee, non sono pochi gli attacchi sclerotici jazz-core che sarebbero piaciuti così tanto ad Arto Lindsay quand’era più nevrotico ed aveva più capelli. Anzi per quel che mi riguarda quando i Tanake si mantengono in uno scenario psico-bombardato stile No New York/Lourie/Permanent Vacation riescono a dare un po’ il loro meglio. Ruvidi, abbastanza muscolari e con un taglio mai troppo “colto” (parlo dello stile), quando si perdono un po’ nel buio trovano la loro luce.