Takka Takka – Migration (Lili Is Pi, 2010)

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E' curioso come per certi gruppi si leggano in giro un sacco di cose e poi alla fine ascoltandoli non ci si ritrovi nei riferimenti che vengono dati: il fatto che il produttore di questo disco dei Takka Takka sia nei Clap Your Hands Say Yeah e che le due band abbiano avuto in passato qualche membro in comune non vuol dire che si somiglino più di tanto e se la cartella stampa parla di influenze africane non è detto che siano dei Vampire Weekend! Migration ha qualche accenno "afro", nel senso che compaiono strumentazioni africane, un paio di giri di basso funk e ci sono anche alcuni ritmi in levare, ma per il resto il contenuto è principalmente un distillato di indierock emotivo dei 2000, con una forte dose di suono Polyvinyl e qualche goccia di new wave. Nonostante questa aria di forzatura da "hype" a tutti i costi, la buona notizia in tutto ciò è che le canzoni ci sono (Everybody Say non vi uscirà più dalla testa) e la scrittura dei pezzi è affiancata da buone doti tecniche, una ottima voce e suoni davvero di qualità: il disco (già edito su altre etichette nel 2008) scorre benissimo e si rimette volentieri in ascolto giorno dopo giorno. Sicuramente uno dei dischi più gradevoli e piacevoli che mi sia capitato di ascoltare quest'anno, anche se di Africa ce n'é tanta come nella meravigliosa pubblicità di Bono per Louis Vuitton.