nonesuccessoniente

2000 – 2010: non è successo niente?

Ultimamente imperversa l'irritante campagna mediatica che accompagna l'uscita dell'ultimo libercolo del signor Simon Reynolds. Un critico, che nella musica di questi anni vede solo forme di sublimazione della nostalgia di un certo passato musicale. Pare che chiunque parli o pensi di musica ormai ragioni in termini di "ai miei tempi…", quindi la glorificazione di Reynolds appare quantomeno scontata e rivelatrice di un clamoroso deserto percettivo. Costui è uso sparare citazioni dotte per avvalorare le sue banalità, certo che facendo riferimenti a Fukuyama o a Debord si mette al sicuro da eventuali contraddittori, intanto chi legge di musica è incapace di fare le sue elaborazioni a riguardo. Il guaio è che in linea di massima è vero, soprattutto per buona parte dei critici e lettori italiani.

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Bemydelay – To The Other Side (Boring Machines, 2011)

Ascoltando la prima volta il disco di Bemydelay (al secolo Marcella Riccardi, già Franklin Delano e Blake/E/E/E) mi sono trovato a pensare che fosse il primo disco pop a uscire su Boring Machines. In effetti le cose non stanno proprio così, anche se in confronto a uscite come K11 o Be Invisible Now questa è certamente musica più ascoltabile.

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Gabriele Lunati – Nico, Bussando Alle Porte Del Buio (Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, 2006)

La bionda chanteuse dei Velvet Underground nella loro incarnazione più magica: un'eroina (di nome, di fatto e forse di più), un fiore del male durato l'arco di una stagione. Ma caspita, che stagione. Nico è uno di quei personaggi in cui mito bohemien e semplice degrado si compenetrano, si fondono e ti lasciano lì così, un po' stordito, a pensare contemporaneamente "Cazzo, che figata… ma che disastro, che casino, no non è possibile!".

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