Paolo Cantù: soltanto io, da solo.

Paolo Cantù si è fatto le ossa in seminali gruppi dell’industrial italiano all’inizio degli anni ’80, ha suonato la chitarra nella primissima formazione degli Afterhours, è stato parte di un gruppo fondamentale per la musica sperimentale come A Short Apnea, ha militato in Six Minute War Madness, Uncode Duello, EAReNOW e in un’infinità di altri progetti, di cui ci siamo spesso occupati. Chiusi tutti i precedenti capitoli, quest’anno la sua storia è ripartita con un nuovo nome, Makhno, e un album, registrato in quasi completa solitudine, che è da annoverare fra le cose migliori uscite nel 2012: Silo Thinking è un’opera intensa e complessa, diretta ma non facile da circoscrivere in tutte le sue molteplici diramazioni. Abbiamo voluto saperne di più e, già che c’eravamo, ne abbiamo approfittato per ripercorrere le tappe della sua carriera.

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Thee Oh Sees – Putrifiers II (In The Red, 2012)

Non sapendo da dove cominciare, con i californiani Thee Oh Sees, (da O.C.?), credo non sia male, se ancora non li conoscete, consigliare di mettersi subito all’opera con questo Putrifiers II. Recuperando poi il resto, specie il precedente Carrion Crawler/ The Dream. Se invece la formula già la conoscete, beh in quest’uscita tutto ciò che, ad esempio, i White Fence (pur ammirevoli) riuscivano solamente ad abbozzare, prende forma.

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The Doggs – Red Sessions (Autoprodotto, 2012)

Ancora frastornati dal debutto di pochi mesi fa ecco ritornare questo giovane ed arrogante terzetto milanese per prenderci (di nuovo) a calci nelle palle. La cifra stilistica non si è spostata molto da Velvet Underground e Stooges egli esordi, mentre il suono si è affilato e gonfiato, ma senza far prendere clangore alle chitarre che ancora si infrangono con il riverbero di una televisone dopo la fine dei programmi. Rock americano anni settanta, quasi sessanta aggiungerei, slabbrato, lascivo, sudato come quell’ odore che stagna nelle platee dopo un concerto che ha visto pogare centinaia di anime.

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To Repel Ghosts – S/T (Viva, 2011)

Strano oggetto. Non si sa davvero da che parte girarlo e soprattutto, satolli della solita abitudine di incassellare qualsiasi cosa, ci si ritrova davvero spiazzati dentro questa compatta e matura torta. E’ come se finalmente lo stoner, fosse stato definitivamente scardinato dall’interno e spogliato degli infiniti orpelli che lo hanno reso un genere da merenda per adolescenti. I To Repel Ghosts suonano Stooges, Velvet Underground, Sister Of Mercy, aggrediscono la wave inglese dentro turbini e vortici elettrici che arrivano perfino a scomodare il pathos dei mai dimenticati Sick Rose.

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