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Pre – Epic Fits (Skin Graft, 2007)

Quello che mi chiedo ora è se ci sia una qualche connessione tra ritardo mentale, animali dall'espressione poco sveglia, rifferama metalluso, strilli acuti di tipa e collage. Evidentemente qualcosa ci deve pure essere se questa formula è arrivata su su fino alla Skin Graft. Come spesso accade in questi frangenti, a noi arrivano le briciole e solo brandelli dei meccanismi rodati altrove. Non bastano le sacche spastiche di Roma e dell'asse Bologna/Treviso per giustificare la completa devoluzione del machismo metallaro (alla Giorcelli per intenderci) o della musica intelligente contemporanea (alla Ferraris, dunque) come ultimi baluardi evolutivi dell'hardcore. Pare che il riflusso liberatorio scaturito anche dall'ottimo lavoro che fece, ormai una decina di anni fa, la Skin Graft, non sia riuscito a ledere le buone maniere di chi ascolta, fa ascoltare, figlia e si riproduce solo con l'hardcore di deriva classica. Insomma pare che il grosso del nostro popolo non sia ancora pronto a rivedere i propri schemi quando si tratta di digerire della musica veloce e sgraziata, fedeli alla morte.

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Jennifer Gentle – The Midnight Room (Sub Pop, 2007)

Bisogna mettere un disclaimer. Subito. Non sono un amante delle sonorità psichedeliche. Non ho un background di Pebbles, Nuggets o sixties più o meno off. Non faccio colazione con i Beatles. Non reggo più di dieci minuti del primo disco dei Pink Floyd (nè più di due secondi dei restanti). Eppure pian pianino i Jennifer Gentle mi stanno incominciando ad acchiappare, vuoi per alcuni passaggi catchy di Valende, il disco precedente, che ho sicuramente digerito molto meglio dei primi, vuoi per le sonorità che sto apprezzando soprattutto attraverso le altre loro produzioni, Stop the Wheel e Beatrice Antolini su tutti. Fine del disclaimer.

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