Cris X: l’eminenza grigia dei Lendormin prende il largo in solo

Neanche troppi anni fa c’erano i Lendormin: a me era capitato di incontrarli nella serie P.O. Box della Wallace con cui Mirko Spino aveva messo insieme alcuni dei migliori demo che gli erano arrivati nella casella postale. A dimostrazione del buon fiuto di Spino, fra i nomi di quei CD si incontravano Claudio Rocchetti, Sedia, Taras Bul’ba e appunto i Lendormin, in cui Cris aveva un ruolo importante. Si trattava di un gruppo piuttosto anomalo, una specie di collettivo aperto, fra sperimentazione, musica free e pura essenza freak, che produsse una pletora di CD, CD-R, collaborazioni (ad esempio quella con il romano DBPIT) e tracce isolate su raccolte. Poi succede che, come in molte storie, ognuno prenda la propria strada e Cristiano Luciani diventi quel Cris X che, nel giro di tre anni, ci ha regalato due split su vinile con Maurizio BianchiMerzbow e diverse collaborazioni con Keiko Higuchi, Sachiko ed infine KK Null (che già aveva incrociato le manopole del mixer con Deison per un disco splendido).

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The Show Must Go Home

Uno dei problemi maggiori per un certo tipo di musica, chiamiamola genericamente "di ricerca", è certamente quello degli spazi: in mancanza di un pubblico numeroso che supporti e garantisca un minimo di entrate, nei locali non c'è posto, se non in rarissimi e saltuari casi, così come presso associazioni o alte entità costrette comunque a fare i conti col bilancio: capita a volte di riuscire a organizzare dei festival (è il caso del Three Days Of Struggle, di cui abbiamo già parlato), ma dare una certa continuità (non dico mettere in piedi una stagione) è cosa assai ardua.

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