That Fucking Tank – Tanknology (Gringo, 2009)

La formula "duo = [batteria + (altro strumento a caso)]", negli ultimi anni ha spopolato, vuoi per i bassi costi di gestione, vuoi perché avviare rapporti con il prossimo e mantenerli e trovare oggidì più di due persone che riescano ad andare d’accordo può essere un’impresa non da poco… Oppure immagino che in due sia tutto più facile, dagli spostamenti in auto con i sedili posteriori coperti di strumentazione alla gestione delle consumazioni omaggio durante i concerti… A partire da gruppi mainstream come White Stripes, a cose più underground come Ruins, Lightning Bolt, Hella, Hanged Up, o per citare qualche italiano G.I. Joe e Bachi Da Pietra,  ce ne sono decine e per tutti i generi. Non che sia un problema, ma semplicemente la constatazione di un dato di fatto, poi se è buona musica uno o trecento non dovrebbe fare differenza, ma ci tenevo a riempire qualche riga in più del solito con dei discorsi campati in aria.

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That Fucking Tank + G.I. Joe 10/04/09 Arci Kroen (Villafranca – VR)

Va in scena al Kroen la notte dei dui (si può dire "dui"? Vabbè, licenza poetica). I veneti G.I. Joe tornato a calcare queste assi come valletti degli inglesi That Fucking Tank, più che mai sulla cresta dell'onda e in cerca di consacrazione in Europa dopo aver suonato sullo stesso palco dei Metallica al Leeds and Reading Festivals dello scorso anno. I Nervous Kid, che avrebbero dovuto presenziare, marcano visita a causa di un infortunio di gioco occorso al batterista.

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Lords – This Ain’t A Hate Thing, It’s A Love Thing (Gringo, 2006)

Bisogna essere piuttosto intelligenti per non capire le operazioni intellettuali. Il concetto stesso di liberatorio pare essere più legato al non usare il cervello che non viceversa. Eppure bisogna decidere di fare qualcosa di liberatorio, appunto. Il cervello non si decongestiona, dai propri irrigidimenti, senza almeno una presa di coscienza ferma e decisa; cui segue la seconda scelta cosciente di lasciarsi andare.

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