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Wallace Fest – 26/01/13 CSA Baraonda (Segrate – MI)

Era un po’ che non capitava un evento di questo tipo e cominciavamo a temere che la tradizione della Wallace Fest si fosse persa. Tuttavia, negli ultimi anni, anche se non con la frequenza di un tempo, la Wallace è stata sempre attiva e ha continuato a sfornare dischi e questa serata, organizzata grazie all’associazione Mezzanine, ci dà l’occasione per fare il punto della situazione e verificare dal vivo alcuni dei progetti pubblicati di recente. Nel rispetto della doppia anima che caratterizza l’etichetta, una più di ricerca, l’altra maggiormente scanzonata, anche questa serata si divide in due, venendo incontro curiosamente alle esigenze della redazione: la prima parte più seria, così che i recensori più anziani e noiosi possano andare a letto presto, la seconda più sbarazzina e tendente all’alba, come piace alle nuove leve.

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Taras Bul’ba – Amur (Wallace/Lizard, 2012)

Dopo la buona impressione che avevano fatto su queste pagine con Secrets Chimiques nel 2008, torna il trio milanese dei Taras Bul’ba, tra voci remote e danze tribali. Coup de Grace riesce a fare un po’ da trait d’union con il precedente lavoro, pur denotando un un suono che stavolta appare un po’ scollato. Con Ogro, la matrice sperimentale della band si fa strada, si ha l’impressione che la band si muova con meno convinzione tra sperimentazione hardcore, noise, prog e jazz. Dobbiamo aspettare Short Drop per avere un pezzo, pur arzigogolato nelle rimiche, ma davvero a fuoco nella resa che mette in luce ciò che la band ha saputo esprimere in quest’ultimo lustro.

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Cris X: l’eminenza grigia dei Lendormin prende il largo in solo

Neanche troppi anni fa c’erano i Lendormin: a me era capitato di incontrarli nella serie P.O. Box della Wallace con cui Mirko Spino aveva messo insieme alcuni dei migliori demo che gli erano arrivati nella casella postale. A dimostrazione del buon fiuto di Spino, fra i nomi di quei CD si incontravano Claudio Rocchetti, Sedia, Taras Bul’ba e appunto i Lendormin, in cui Cris aveva un ruolo importante. Si trattava di un gruppo piuttosto anomalo, una specie di collettivo aperto, fra sperimentazione, musica free e pura essenza freak, che produsse una pletora di CD, CD-R, collaborazioni (ad esempio quella con il romano DBPIT) e tracce isolate su raccolte. Poi succede che, come in molte storie, ognuno prenda la propria strada e Cristiano Luciani diventi quel Cris X che, nel giro di tre anni, ci ha regalato due split su vinile con Maurizio BianchiMerzbow e diverse collaborazioni con Keiko Higuchi, Sachiko ed infine KK Null (che già aveva incrociato le manopole del mixer con Deison per un disco splendido).

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