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Jealousy Party – Live (Fratto9 Under The Sky/Barlamuerte/Megaplom/Burp/etc., 2010)

In questo caso si tratta di un buon live con cui si auto-celebra un gruppo storico della musica free di questo paese, storico anche per merito di chi lo compone e parliamo della Toscana off/free che conta, quindi di nomi come Mat Pogo, Edoardo Ricci, S.dro, Andrea Caprara, Wjm e Jacopo Andreini. Se anche non aveste mai praticato le lande in cui regnano sovrani i Jealousy Party credo che anche solo il nome di ogni singolo Signore possa darvi un buon indizio per la non-forma globale di questa sorta di libero Gran Ducato impro.

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Mangia Margot – Maddalena, Maria (Autoprodotto, 2009)

Mi rendo conto che ormai buona parte dei gruppi in circolazione sono costituti da due elementi, con la batteria abbinata a un basso o a una chitarra. Prendo altresì atto che pure i miei pregiudizi nei confronti di questa formula stiano venendo un po' alla volta meno, non so se per abitudine o per un effettivo miglioramento della qualità dei gruppi che si cimentano in duo. Comunque sia, dei vicentini  Mangia Margot avevamo parlato in occasione del concerto che fecero di spalla ai Talibam! in quel del Kroen; ora ci ritroviamo fra le mani il loro CD d'esordio, registrato a gennaio di quest'anno presso il Centro Stabile di Cultura di Schio.

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Gianni Gebbia/Stefano Giust/Xabier Iriondo – L’Edera, Il Colle, E La Nebbia (Setola Di Maiale, 2009)

Possiamo parlare di supergruppo? Beh fate un po’ voi… e quindi solito discorso che i super gruppi non funzionano? Dipende (e poi basti pensare ai Painkiller per ricredersi su questa regola). Certo il titolo suona già da monito per l’ascolto, soprattutto se lo coniugate per i molti lavori dei marinai che compongono questo equipaggio, infatti state pur sereni che non si tratta certo di un disco semplice, anzi. Il fatto è che qui Giust, Iriondo e Gebbia pur variando le atmosfere vengono fotografati in tre live dove non vanno certo per il sottile, in questo modo decidono di non praticare la soluzione più scontata del free-rock, che per gli ultimi due sarebbe una soluzione semplice, invece vanno molto per il tenue, soprattutto per il tipo di incastri.

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The Right Moves – The End Of The Empire (Ultramarine, 2009)

Tra aprile e maggio ho passato per lavoro un intero mese  a Catania. Una città sonnolenta e meravigliosa che molte volte mi ha fatto dimenticare gli stress e le pose dell'italietta in cui sono sprofondato. La saltuaria compagnia con il negozio di Agostino Tilotta (Uzeda/Bellini) mi ha aiutato a vederci più chiaro su questa misconosciuta città che a metà degli anni novanta sembrava davvero poter essere diventata la Chicago/Seattle del mediterraneo. E io ho pensato spesso a Ninni Morgia e a Massimo Sapienza, mai conosciuti di persona, e ai tormenti e alle speranze che devono aver avuto in questa strana città quando alimentavano il fuoco rovente dei White Tornado. Io ho sempre nutrito uno amore sconsiderato per i WT dagli esordi, perchè fino dalle facce mi sembravano tutto fuorchè italiani. Bravi, bravissimi, puri.

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