Dream Weapon Ritual – Another View (Ticonzero, 2011)

Giusto per diversificare ulteriormente la discografia di Simon Balestrazzi, il musicista parmigiano ritorna con un progetto che avevamo già recensito in passato, essendo questo Another View a ridosso di un disco in solo che si rifà a vecchi ostici territori industriali e all'indomani della ristampa del primo disco dei T.A.C.. In Dream Weapon Ritual la melodia e la delicatezza prende molto più piede che in altri lavori che coinvolgono questo musicista e così accade che pur trattandosi di un lavoro molto profondo e molto crepuscolare non sia per nulla privo di una certa ascoltabilità.

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Tomografia Assiale Computerizzata – Senza Titolo (Sometimes, 2011)

Più conosciuti come T.A.C., i Tomografia Assiale Computerizzata rientrano a pieno titolo nei gruppi leggendari dell'ondata sperimentale della musica italiana. Mentre nomi come Maurizio Bianchi, Mauthausen Orchestra e Atrax Morgue essendo più inserita all'interno di un filone come quello industriale, è stata riscoperta (o non è mai sparita) e glorificata, per gruppi come T.A.C., Tasaday e/o Detriti, trattandosi di musiche e personaggi più "laterali" rispetto a certe scene, la cosa è stata un po' più macchinosa.

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Simon Balestrazzi – Pest Exterminator (Ticonzero, 2011)

Come s'intitolava quel film con Mickey Rourke "L'anno del dragone" o qualcosa del genere? …beh, se proprio dovessimo sfruttare il titolo, potremmo dire che questo sia l'anno di Simon Balestrazzi: infatti è stato quasi inarrestabile fra ristampe dei T.A.C. (Tomografia Assiale Computerizzata), dischi in solo e in gruppo. La cosa che trovo parecchio interessante di questo disco è che uno come Balestrazzi, ben ambientato in un presente sperimentale ai massimi livelli, con tanto di collaborazioni con personaggi come Z'ev e dischi che flirtano pesantemente con la musica contemporanea, con questo lavoro sembra voler tornare su di un campo di gioco che ben conosce.

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Magik With Tears e Lisca Records: nuove etichette per nuovi rumori

Giovani label… e vecchie conoscenze. Non che si tratti di un fenomeno solo italiano, ma resta che a volte scava scava quello che si trova in certi gruppi o in certe etichette è quel tizio che suonava in quel gruppo o in quell’altro. Tutto sommato nulla di strano, in fin dei conti se Steve Aoki e i Bloody Beatroots possono vantare un passato da giro hardcore, è altrettanto vero che Philippe Petit faceva uscire dischi noise di tutto rispetto o che KK Null era – ed è uno dei redivivi – Zenigeva. Cercando di dimenticare questo preambolo che sa di polvere, vecchie glorie, attaccamento al circuito, passione e “ragazzini imperituri”, partirei dalla Magik With Tears dietro alla quale si nasconde un personaggio per nulla secondario come Simon Balestrazzi.

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