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U.S.O. Project – Inharmonicity (Synesthesia, 2008)

A volte ci sono cd che ci impiegano un po' più tempo di altri per essere fruiti e per quanto si tratti di una cosa scontata, a volte tocca davvero appiccicarselo in fronte a mo' di memorandum. Questa premessa forse non è neppure appropriata per il disco di U.S.O. Project, ma state pur certi che non è roba per chi si ascolta l'elettronica da cocktail o quella stile carta da parati (con tutto il rispetto per la categoria e per gli arredatori…), allo stesso tempo non si tratta neppure di una mattonata alla Stockhausen che senza un buon training autogeno non si affronta, diciamo che in un certo senso è un po' a metà strada fra l’elettronica da conservatorio e certi tipi di sonorizzazione degli ultimi dieci anni.

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Shinkei – Binaural Beats (Koyuki, 2007)

Anno nuovo, vita nuova e nuove etichette, diciamo pure che questa copre un campo stranamente poco calcato nel Bel Paese. La Koyuki infatti a quanto pare è completamente focalizzata su di un'estetica di tipo minimalista e per quanto possa essere pedante scriverlo: minimalista non significa tre suoni buttati a caso e cose fatte in fretta e furia (dato che ormai l'importante è sempre più darsi una ragione sociale da artista). In questo caso non si tratta di minimalismo alla Young, Reich, Riley, Glass ma di “minimal electronics” quindi roba che ha referenze in etichette come la Raster Noton, con gente come Günter Müller, Jason Kahan, Tetutzi Akyiama, Toshimaru Nakamura e in casa nostra un nome su tutti: Luca Bergero, al secolo noto come Fhievel. Se non siete pratici del genere, sappiate che un concerto torinese di Müller rimarrà nella storia perché mentre suonava, la gente parlando copriva quei suoni sporadici che a tutti gli effetti erano il concerto.

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Gianluca Becuzzi – Memory Makes Noise (Small Voices, 2006)

Gianluca Becuzzi, che per chi di voi ha dimestichezza con il panorama italiano era ed è Kinetix, fa parte di quella schiera di gente che come si suol dire in gergo: "ne mastica". Proprio di recente parlavo con un amico di questo disco e convenivamo sul fatto che si trattasse di un lavoro molto discreto ma allo stesso tempo efficace. Materia elettronica ma direi che gli ascolti di Becuzzi abbiano flirtato più di una volta con la musica contemporanea o con alcune delle sue mille derivazioni, se elencare nomi come Maderna, Stockhausen e compagnia bella non gioverà ad inquadrarlo basti pensare a quanto Afx o i Pan Sonic siano in debito da un lato all'acid house ed all'elettronica più "fisica" ma anche con i "padri dell'astrazione".

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