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Twenty Miles To Mother – S/T One Sided 7″ (Hanged Man, 2010)

Con colpevole ritardo ci occupiamo dei Twenty Miles To Mother gruppo che, nato dalle ceneri dei salentini  Suburban Noise e dopo aver inciso un demo massacrato su altre webzine di rock italiano (la voce non era sufficientemente "maschia", c'era scritto), ci prova con un debutto 7” one side in vinile in edizione limitata a 200 copie. Due pezzi due che lasciano il segno, ascoltati così a bruciapelo e che sembrano catapultati fuori dal tempo, da un suono tipicamente anni '90, fatto con perizia e gusto. Sarà un genere anche invecchiato, ma ciò non è certo  colpa loro, anzi magari di qualche giovane che ci prova a reinventarlo, arrivando al risultato opposto in termini di spontaneità.

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Sprinzi – Ohh Ohh (Alice/Fooltribe, 2007)

Gli Sprinzi hanno un non so che di speciale: in circolazione da un po' (dieci anni circa), sono il classico gruppo di culto, ma dalle incredibili potenzialità. Si può parlare di indie nella sua quintessenza? Non so, ascoltando il nuovo lavoro sembra di avere a che fare con un diamante grezzo, immune dall'effetto myspace pur possedendo una pagina myspace. Le chitarre sono sempre al posto giusto, mai che strizzino troppo l'occhiolino qua e là, mai una sbavatura. La voce stonata sulle corde più alte, conferisce a tutto il mini-album un sapore unico, e tutti- ripeto – tutti i difetti che si potevano rilevare al primo ascolto si trasformano in virtù quando, per forza di cose, sei costretto all'heavy rotation.

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