Sabo

Sabo – 8 Saisons à L’Ombre (RuminanCe, 2007)

Potrebbe tranquillamente, questo disco, essere la colonna sonora di un affascinante viaggio nella penombra di un milieu fantastico, la mala francese degli anni '50, tutto gangster, baiaffe, poules e caids. Un noir di duri le cui scene scorrono in uno slavato bianco e nero con immagini di baveri tirati su e attività clandestine poco chiare sullo sfondo. Un affresco di una storia troppo presto dimenticata, affogata dalla fine del romanticismo. I Sabo, non troppo differentemente da altri epigoni contemporanei, rileggono una tradizione rapidamente abbandonata con quel bello stile che abbiamo reimparato dai più curiosi autori d'Oltreoceano. Evidentemente non siamo dalle parti del repecheage di sonorità balcaniche, ma ci muoviamo su quell'assito tradizionale di chitarre acustiche contrappuntate da organi e chitarre elettriche che fecero la fortuna delle colonne sonore di fine anni '60, primi '70, del secolo scorso.

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