EAReNOW – Eclipse (Wallace, 2009)

Qualcuno di voi se li ricorderà per un bel 3" mcd d'esordio che ormai risale al 2003, ma mai ritorno fu più gradito: questo disco è splendido, vi suggerirei di appuntarvelo in agenda fra le cose che vale la pena di provare ad ascoltare. Ci ho impiegato un po' di tempo per recensirlo, ma solo e semplicemente perché il tempo che ho è quello che è, ma credo che insieme all'ultimo Rapoon sia uno dei dischi da recensire che ho ascoltato con più piacere da un po' di tempo a questa parte, tutt'altro genere ma stesso tipo di godimento.

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Christopher Tignor – Core Memory Unwound (Western Vinyl, 2009)

Ribadisco che la Western Vinyl è una gran bella etichetta e dire che fa molta roba melodica, alcune cose addirittura indie, folk o pop, eppure non date la cosa completamente per scontata perché pur mantenendo la melodia come imperativo categorico con gli ultimi lavori hanno presentato una serie di sorprese non da poco. Se quello che cercate è una conferma, ecco che il buon Tignor vi darà la prova d’amore, e dire che vedendo il piano in copertina ero già pronto a passarlo alla sezione indie-cantautorale di questo sito, ma per fortuna ho avuto lo scrupolo di ascoltarlo e bene che ho fatto. Infatti Core Memory Unwound è un disco sì molto melodico, ma che con l’indie ha ben poco a che fare e tanto meno con folk o cose simili, al più si accosta al folk di rimando come la musica di alcuni compositori minimalisti (a cui invece assomiglia per davvero).

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Shinkei – Binaural Beats (Koyuki, 2007)

Anno nuovo, vita nuova e nuove etichette, diciamo pure che questa copre un campo stranamente poco calcato nel Bel Paese. La Koyuki infatti a quanto pare è completamente focalizzata su di un'estetica di tipo minimalista e per quanto possa essere pedante scriverlo: minimalista non significa tre suoni buttati a caso e cose fatte in fretta e furia (dato che ormai l'importante è sempre più darsi una ragione sociale da artista). In questo caso non si tratta di minimalismo alla Young, Reich, Riley, Glass ma di “minimal electronics” quindi roba che ha referenze in etichette come la Raster Noton, con gente come Günter Müller, Jason Kahan, Tetutzi Akyiama, Toshimaru Nakamura e in casa nostra un nome su tutti: Luca Bergero, al secolo noto come Fhievel. Se non siete pratici del genere, sappiate che un concerto torinese di Müller rimarrà nella storia perché mentre suonava, la gente parlando copriva quei suoni sporadici che a tutti gli effetti erano il concerto.

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