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Nymphea Mate – Endio (Hertz Brigade, 2011)

“Cambio rotta, cambio stile, scopro l’anno bisestile”. Anno nuovo, vita nuova. A questo giro ho deciso di impegnarmi per sconfiggere la mia idiosincrasia verso chi si presenta come una delle next best thing del pianeta musicale. Ho deciso che non è giusto che io mi accanisca contro chi ha un’autostima bella grossa. Meglio per lui/lei/loro, no? E allora vado a cominciare che qui c’è una band formatasi nel 2005 con all’attivo due Ep e questo album d’esordio (uscito per un’etichetta torinese con a capo Pietro Lesca dei Toe!), che dice di cantare e scrivere perfettamente in inglese e che ha suonato su palchi importanti aprendo a gruppi come gli Afterhours – con cui ho aperto io -, i dEUS e gli I.M.F. dell’ ex Pearl Jam Dave Abbruzzese. Non male, direi.

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7 Training Days – In A Safe Place (Autoprodotto, 2011)

Arriva da Frosinone, stato di Washington, il disco d’esordio del quartetto 7 Training Days. Sebbene il gruppo sia di nuova formazione, In A Safe Place, CD autoprodotto ma di qualità eccellente a partire dalla grafica di copertina (e ascoltabile in streaming qui), si pone come punto di arrivo delle vicende di musicisti attivi da tempo. E si sente.

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God Fires Man – Life Like (Arctic Rodeo, 2009)

Con il passare del tempo e degli ascolti, a forza di sottopormi alle peggiori nefandezze sperimentali, rumoristiche ed a-melodiche, a forza di essere vittima consapevole dell'onanismo cerebrale di un manipolo di pseudo-intellettuali ansiosi di dimostrare qualcosa (soprattutto da che Basaglia ha lasciato gli "alienati" liberi di girare per le strade invece di obbligarli alla camicia di forza in una cella imbottita), inizio a trovare un buon gruppo rock quasi "esotico".

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Moving Mountains – Pneuma (Deep Elm, 2008)

Ci sono quelli che detestano mettere riferimenti di altri gruppi nelle recensioni e quelli che per forza di cose li mettono sempre. Con i Moving Mountains – da Westchester, New York – non si sbaglia, anzi si può quasi citarli per plagio nei confronti degli Appleseed Cast (ascoltare 8105 o qualsiasi altra track a caso). Giuro che appena sentiti credevo che Pneuma, il loro debutto, fosse il degno successore di Peregrine o Two Conversations (Mare Vitalis lasciamolo come gemma a parte, che forse è meglio). Parte quindi in salita il disco, perchè certi suoni da un lato vengono con quasi una decina d'anni di ritardo, dall'altro perchè, eufemisticamente parlando, sono assai derivativi. Non a caso la band esce su Deep Elm.

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