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Robert Lowe: la natura psichica dei licheni

Robert Lowe è recentemente assurto a una pur relativa notorietà grazie alla vicinanza con le doom star Om. In realtà è un musicista di lungo corso, prima come membro dei 90 Day Men (all’attivo tre dischi su Southern all’inizio degli anni duemila), poi come solista, sia a nome proprio che come Lichens, con cui ha inciso una manciata di dischi che combinano ottimamente field recording, psych-folk, suoni acustici ed elettronici. Oltre a questo, è dedito a collaborazioni a 360°, dall’avanguardia al metal, ma non disdegnando nemmeno il quasi mainstream di Get Up Kids e TV On The Radio, con cui ha collaborato in sede live. In Europa al seguito degli Om e per alcune date soliste che culmineranno con l’esibizione al Supersonic Festival di Birmingham, abbiamo approfittato per fargli qualche domanda.

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The Great Saunites – Delay Jesus ’68 (Hypershape/Il Verso Del Cinghiale, 2011)

Vengono da Lodi i Great Sautines, sono in due, basso, batteria e niente voce, e se ne escono con un disco d'esordio il cui impegnativo titolo evoca i Can. Il confronto però si chiude qua, battendo il duo strade diverse rispetto alla formazione teutonica, sebbene un certo spirito di ricerca che rifugge l'osticità gratuita potrebbe essere un tratto che accomuna i due gruppi.

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Eagle Twin/Pombagira – Split LP (Mordgrimm, 2010)

Pubblicato in occasione del tour che ha visto i due gruppi attraversare l'Europa, toccando anche l'Italia (se ve la siete persa trovate la recensione qui), questo disco in nero vinile biancoschizzato è un buon compendio di brani lunghi e lenti, degno compagno di fredde notti invernali o di camminate in boschi nebbiosi e spogli durante pomeriggi solitari.

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Om – Decapitalismo (Malintenti/Jestrai, 2010)

Leggero abbassamento del tiro questa volta, pur proveniendo anche loro dalla nostra Tucson (Palermo), per gli Om. I cinque ragazzi siculi propongono un rock a 180° che, come per tanti artisti esordienti, ha troppe cose da dire, ma troppo poco spazio. La musica oscilla tra le coralità della Bandabardò e un piacevole ska sbilenco ricco di fiati e percussioni da ballare. Decapitalismo è comunque un bel disco che non ha nulla da invidiare algli entertainer dei nostri festival estivi.

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