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Neptune – Gong Lake (Table Of Elements, 2008)

Attivi addirittura dal 1994, i Neptune si dice stupiscano  per le loro performance dal vivo. Se, come me, non li avete ancora visti vi invito a dare un'occhiata a qualche video che gira in rete  per capirci. Come per Oneida o Liars, credo che ci siano gruppi che per essere compresi e apprezzati appieno prima debbano essere visti dal vivo. Poi nel religioso silenzio della propria camera, si colgono le sfumature di un disco, per poi rendersi conto, come succede in gruppi come quelli citati, che il percorso del disco o la strada del concerto spesso portano a mondi antitetici che solo poche volte si toccano (un riff o un suono che ti è rimasto impresso, poco più). Non si tratta tanto di due percorsi che vogliono sopraffarsi, ma di due modi di intendere il suono, a seconda del contesto.

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Aucan – S/T (Africantape/Ruminance, 2008)

Giù la maschera: ero partito molto prevenuto nei confronti degli Aucan, temevo che sulla scia dei Three Second Kiss fossero un po' passatisti oppure temevo il post-rock punk-funkettoso (che a confronto i Liars del primo disco sono i Cro-Mags con tanto di tuffo a piedi uniti sulla prima fila del pubblico). Invece come al solito mi prendo il mio bello zainetto pieno di pregiudizi e mi lo infilo in saccoccia.

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Liars – Liars (Mute, 2007)

Liquidare questo quarto album dei Liars come il loro album più pop sarebbe fin troppo facile, però essendo questo quarto album dei Liars il loro album più pop, dove pop sta per accessibile, accattivante, melodico, ruffiano, orecchiabile, direi che non c’è altra strada possibile. Quarto album, di cui il terzo per la Mute, e dei tre pubblicati per detta etichetta sicuramente il più Mute oriented di tutti: wave, decadente, accattivante, orecchiabile eccetera. Produzione ai livelli dei Tv On The Radio, con i quali qui e là condivide qualche similitudine, suoni ottimi, rotondi e pieni. Mi piace perché a tratti lo trovo quasi quasi geniale nel suo genere, che poi non so qual è il suo genere in effetti, ma tant'è.

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BiG A little a – gAame (Gigantic Music, 2007)

I meglio informati mi dicono dalla regia che questi BiG A little a sono gente da tener d'occhio, perché sono "nuovaiorchesi", bravi, "gajardi" e strani in quel modo "indolore" che potrebbe fargli fare la carriera di altri loro concittadini, quindi: "a me gl'occhi!". Quello che mi appresto a recensire non è un disco ma un cd + dvd fatto con i controfiocchi, penso che potrebbe fare gola a molti indie-pendentemente dal circuito di appartenenza (perché… caro piccolo uligano tutti apparteniamo a qualcosa/qualcuno no!?). Senza perderci in queste mie perle di saggezza da salumiere, inseriamo subito questi baldi figli della grande mela nello sterminato mondo dei freak, ma per restringere ulteriormente il campo d'azione la locazione è fra il post-punk, il kraut, e la psichedelia intesa nel modo più lato possibile.

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