Kleinkief – Fukushima (Shyrec/Dischi Soviet Studio, 2016)

Delicato art rock italiano dalle pretese e dalla presunzione fuori dal tempo. Sonorità pompose e gonfiate dalle ispirazioni anni novanta più che settanta come generosamente ama autodefinirsi la band medesima. Indubbiamente e fortunatamente per loro propongono un target musicale che al MI AMI avrà sempre un seguito e un sostegno. La voce di Thomas Zane forzatamente melò e filodrammatica risulta un nauseabondo melange tra Manuel Agnelli e certa new wave italiota anni ottanta. In fin dei conti, quello che disturba non è l’essenza quanto la ridondanza, in questo caso, di proporzioni pantagrueliche che vanifica qualsiasi intento ammaliante o anche di pura e semplice concentrazione sonora.

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