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Balmorhea – Rivers Arms (Western Vinyl, 2008)

Quando la Western Vinyl mi ha contattato per recensire i Balmorhea ero un po' titubante, ho visto che in catalogo avevano dei gruppi interessanti anche se forse non è proprio il pane quotidiano. Devo essere sincero, nonostante il fatto che avessero in catalogo anche Bexar Bexar, che mi era piaciuto parecchio, mi ha fatto temere che si trattasse dell'ennesima mattonata indie di quelle che "faccio pop ma non troppo perché sennò poi nel giro dicono che voglio diventare famoso… e che sì, lo voglio diventare ma meglio nasconderlo bene". Invece alzo le mani: "touchè", ho sbagliato tutto: non che il disco non sia indie melodico (e per altro così melodico che i Califone sembrino gli Slayer di Hunting The Chapel), il fatto è che è davvero bello e da come suona mi verrebbe da azzardare che sia anche musica parecchio genuina.

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Polaris – s/t (Gringo, 2006)

Siamo degli ignoranti. Sappiamo tutto e rimaniamo degli ignoranti. Per qualche strana ragione qui da noi siamo obbligati a conoscere qualunque uscita, qualunque gruppo, qualunque side project. Per anni abbiamo vissuto conoscendo la strada che porta da Louisville a Chicago, tutti i sobborghi e le scuole d'arte, meglio quasi di chi ci abitava. Sapevamo a quali campanelli suonare, a chi chiedere, dove trovare la famiglia Kinsella piuttosto che i luoghi dove Grubbs aveva passato la sua adolescenza. E guai a non saperlo.

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